Secondo un’analisi condotta su dati Istat da Cedat 85 ogni anno in Italia si svolgono oltre 830 mila interrogatori tra indagati, fermati e detenuti. Il 30 giugno, con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, è scattato l’obbligo di registrare in audio o audiovideo le “escussioni”. Le regioni dove si svolgono più interrogatori sono Calabria, Basilicata e Liguria e, tra le province, svettano nell’ordine: Vibo Valentia, Isernia, Imperia e Crotone.
Numeri alti anche nel Lazio con la provincia di Latina che, nella classifica regionale, si piazza al secondo posto subito dietro la provincia di Roma. Oltre 8mila le persone interrogate, con un rapporto interrogatori/abitanti di 1/68. Una ‘densità’ molto alta che mette Latina al primo posto nella speciale classifica.
Anche gli “addetti ai lavori” accolgono con favore il passaggio alla registrazione audio/video delle escussioni:
“Con questo nuovo modo di documentazione – spiega Antonello Martinez, avvocato e socio fondatore dello studio legale Martinez&Novebaci – verranno soddisfatte in pieno le esigenze di velocizzazione del procedimento penale con il superamento dell’arcaico metodo di trascrizione riassuntiva della verbalizzazione. Verrà assicurata anche la vera applicazione dei diritti fondamentali dei soggetti coinvolti nel processo. Basti pensare – conclude Martinez – ad un interrogatorio di una persona indagata laddove potranno essere colte anche le minime sfumature delle dichiarazioni rese e si ridurranno tutte le varie interpretazioni sia da parte dell’accusa che della difesa”.