Per la seconda volta l’udienza preliminare è slittata a causa di un difetto di notifica. Parliamo dell’inchiesta su indirizzi fantasma e documenti falsi per ottenere il reddito di cittadinanza e persino agevolazioni in ambito giudiziario, come la concessione degli arresti domiciliari.
È quanto emerso da un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone di origine romena, di età compresa tra i 28 e i 59 anni.
Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Cario ha dovuto rinviare il tutto, come già accaduto lo scorso novembre. Per due imputati sono ancora in corso le ricerche, mentre altri risultano irreperibili.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, gli indagati avrebbero fornito al Comune di Latina indirizzi inesistenti, allegando buste paga e contratti di assunzione falsificati per ottenere il reddito di cittadinanza e altre misure assistenziali. In alcuni casi, lo stratagemma sarebbe stato utilizzato anche per ottenere misure cautelari meno severe rispetto alla detenzione in carcere.
Le irregolarità sono emerse a seguito di verifiche incrociate su sei pratiche presentate da cittadini stranieri. Tra le prove raccolte dagli inquirenti, figurano il sequestro di carte di identità elettroniche, l’acquisizione di documenti e accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria delegata. I controlli hanno rivelato che nessuno degli imputati risiedeva realmente agli indirizzi dichiarati.