“Non è possibile che nessuno abbia visto nulla o sappia cosa sia successo. Attorno a mio figlio si è creato il vuoto, e questa è una piaga che dobbiamo combattere per migliorare come società.” Con queste parole Tiziana Ferrantini, madre di Matteo, il sedicenne gravemente ferito sabato scorso nella zona pub di Latina, ha lanciato un accorato appello durante un incontro pubblico dedicato alla lotta contro la devianza giovanile e il bullismo.
L’episodio di violenza, avvenuto nella cosiddetta “via dei pub”, ha lasciato Matteo in condizioni critiche, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Santa Maria Goretti. Colpito da più coltellate al torace durante una rissa tra giovanissimi, ha perso quattro litri di sangue e ha subito un lungo intervento chirurgico per salvarlo.
Durante il dibattito, organizzato dalla consigliera comunale Pina Cochi con il supporto dell’onorevole Giovanna Miele, Tiziana Ferrantini ha evidenziato un aspetto che va oltre la violenza: l’omertà. “Dobbiamo contrastare non solo il bullismo, ma anche il silenzio che si è impadronito dei nostri ragazzi. È inaccettabile che, nonostante i video e i testimoni, nessuno parli. Questo fa altrettanto male.”
La comunità di Latina è scossa. Le istituzioni presenti, tra cui la garante dell’infanzia Monica Sansoni e l’assessore all’Istruzione Francesca Tesone, hanno ribadito l’urgenza di intervenire con modelli educativi più efficaci per prevenire queste dinamiche.
Intanto, le indagini proseguono. La Squadra Mobile, coordinata dal vicequestore Guglielmo Battisti, sta stringendo il cerchio attorno ai responsabili, cercando di ricostruire il quadro della rissa che ha portato al ferimento del giovane. Ma senza testimonianze dirette, il lavoro degli inquirenti risulta complesso.
Matteo lotta per la vita, mentre genitori, amici e parenti si stringono attorno a lui. Sua madre, nonostante il dolore, continua a chiedere coraggio e verità: “Ragazzi, vi prego, parlate. Solo così possiamo cambiare qualcosa.”