“La radioembolizzazione epatica, 10 anni di esperienza italiana, i mille trattamenti del Santa Maria Goretti”, è il titolo del convegno in programma l’8 aprile, alle 9,30, presso il l’aula congressi dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Un appuntamento di studio, in occasione dei mille trattamenti effettuati nel presidio ospedaliero pontino che fanno del Goretti il centro di riferimento nella comunità scientifica internazionale, con la presenza dei maggiori esperti della cura dei tumori epatici. L’evento ha anche lo scopo di condividere e divulgare i risultati e le esperienze di cura che hanno permesso di sviluppare una casistica significativa per la ricerca scientifica internazionale.
L’iniziativa realizzata dalla Primaria del reparto di Medicina Nucleare del Goretti di Latina, Rita Salvatori e dal Primario di Diagnostica avanzata e Radiologia Interventistica dello stesso presidio, Roberto Cianni vedrà la partecipazione di alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla radioembolizzazione con il metodo SIRT, il Professor Josè Ignacio Bilbao Jaureguizar dell’Università di Navarra e il Professor Douglas Coldwell dell’Università di Lousisville- KY (USA) che saranno affiancati negli interventi dal Professor Enrico Cortesi dell’Univerisità “La Sapienza di Roma”, del Professor Giuseppe Ettorre Direttore del Centro trapianti dell’azienda ospedaliera San Camillo di Roma e dai medici Luca Filippi ed Ermanno Notarianni.
Al congresso scientifico saranno presenti numerosi rappresentanti delle autorità tra cui: il sindaco di Latina Damiano Coletta, il commissario straordinario Asl di Latina, Giorgio Casati, il Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio Rodolfo Lena e il vice presidente dell’ordine dei medici di Latina Mario Cavallini.
Un team interdisciplinare
Rita Salvatori e Roberto Cianni, solo nel 2004 decidevano di intraprendere l’iter autorizzativo con la Direzione Generale dell’Asl per dare avvio, nel nosocomio pontino a una nuova tecnolgia chiamata Sirt (Selective Internal Radiation Therapy ), un trattamento utilizzato per la cura dei tumori primitivi e secondari del fegato, che prevedeva il coinvolgimento di un team interdisciplinare mai sperimentato in altre attività cliniche, composto dal radiologo interventista, dal medico nucleare, dal fisico medico, dall’oncologo, dall’epatologo, dal chirurgo, dall’anatomo patologo.
Questa sinergia professionale, e l’utilizzo della nuova tecnologia ha permesso all’ospedale pontino di diventare un punto di riferimento nella comunità scientifica internazionale per il trattamento dei tumori epatici con la radioembolizzazione Sirt e opinion leader sull’argomento, affiancandosi ai migliori centri presenti oltre confine come quello di Monaco di Baviera, di Essen, di Pamplona e Chicago, solo per citarne alcuni.