Dopo il prefetto Pierluigi Faloni, la scorsa settimana, anche il questore di Latina Giuseppe De Matteis è stato ascoltato oggi nel corso di un’audizione in seno alla commissione parlamentare antimafia. Tanti i temi toccati in Parlamento dal capo della polizia pontina, protagonista di una stagione di arresti eccellenti ma anche capace di denunciare, talvolta attraverso la stampa, l’intreccio perverso tra politica e affari che ha caratterizzato gli ultimi venti anni di amministrazione pubblica, a Latina come ad Aprilia.
MAFIA, CAMORRA, NDRINE E ROM De Matteis ha confermato anche in sede di commissione antimafia che la provincia di Latina è particolarmente complessa sul fronte del crimine organizzato, in particolare per la presenza di mafia, camorra e ndrangheta e anche della malavita rom. De Matteis ha fatto riferimento, in particolare a quattro mandamenti: il Golfo di Gaeta e l’area circostante in cui sono radicate le famiglie vicine ai casalesi, la zona di Fondi in cui invece è più forte e radicata la presenza delle famiglie calabresi, l’area nord, quella attorno ad Aprilia, dove le organizzazioni criminali sono legate alla ndrangheta, e quindi Latina, dove ha preso il sopravvento il clan delle famiglie rom Di Silvio e Ciarelli, legate ai potenti Casamonica, talmente potenti da respingere nel 2010 quello che fu un tentativo di infiltrazione da parte dei casalesi.
Il questore, sottolineando come in apparenza continui a sembrare comunque un posto tranquillo, ha specificato che solo lo scorso anno in provincia di Latina sono stati sequestrati beni per 230 milioni di euro, e che negli ultimi cinque anni la polizia ha eseguito qui più arresti di quanti siano stati eseguiti nelle province di Caserta e di Lecce.
LE DICHIARAZIONI SCOMODE Per questo De Matteis ha sollecitato, anche in seno alla commissione parlamentare antimafia la necessità di istituire una sezione distaccata della squadra mobile per il sud pontino. Nel corso dell’audizione De Matteis ha infine parlato anche del caso dell’interrogazione parlamentare contro di lui presentata all’indomani delle dichiarazioni rese in una intervista aveva fatto riferimento a speculazioni edilizie e commistioni tra politica e affari nel capoluogo. Il testo di quell’interrogazione, firmata da Pasquale Maietta ma poi ritirata, fu redatto dall’ex capo di gabinetto del sindaco Giovanni Di Giorgi.