Il Museo della Terra Pontina ospita la presentazione del nuovo libro di Giulio Alfieri. L’appuntamento è previsto per venerdì, 7 settembre, alle 18 presso l’ex edificio dell’Opera nazionale combattenti di piazza del Quadrato a Latina. “Questo piatto di grano. La colonizzazione dell’Agro Pontino. Nomi, volti, origini delle famiglie che si insediarono”, pubblicato da Atlantide editore, che strizza l’occhio alla celebre canzone di Francesco De Gregori “La storia”, punta i riflettori sull’universo dei coloni, circa 4.000 famiglie, tante furono comprendendo quelle costrette ad abbandonare l’impresa e quelle derivate dalle originarie, che si insediarono nei poderi dell’Onc dopo la bonifica operata dal fascismo.
Come si legge nella sinossi: “Nel narrare le fasi, le modalità, le scelte della colonizzazione, il focus resta puntato sulle conseguenze che le decisioni ebbero sulle famiglie coloniche, le vere protagoniste di quella vicenda. Ad esse quest’opera vuol rendere giustizia, preservandone i nomi, i volti, le origini e le vicende dall’oblio in cui, non di rado, il procedere senza soste della Storia relega le storie silenziose degli umili”.
Alfieri, classe 1957, abruzzese di origine, laureato in scienze politiche, vive e lavora a Roma e da diversi anni si è appassionato alle vicende dei coloni pontini, dando alle stampe nel 2014 la sua prima opera “La terra che non c’era”. In questo nuovo e assai più corposo volume, oltre l’originale narrazione del rapporto tra istituzioni del regime e coloni e un apparato fotografico di 100 immagini inedite delle famiglie coloniche, tra i maggiori punti di forza vi è per la prima volta l’elenco completo di tutte le famiglie assegnatarie, con paese di origine, anno d’arrivo, numero di podere e relativa località, numero dei componenti del nucleo familiare, esito del rapporto con l’Onc, ovvero se il podere fu riscattato o meno. Dati suddivisi per regione e provincia, per cui grazie al lavoro di Alfieri è possibile oggi sapere con precisione in che misura contribuirono alla colonizzazione ciascuno dei 726 comuni di provenienza delle famiglie. Ad esempio il comune laziale che diede il maggior numero di famiglie fu Sezze (154), dalla provincia di Ferrara, il capoluogo (112) e Berra (67), dal Veneto, Gazzo veronese (33) e Porto Tolle (30), dal Friuli, S. Giorgio di Nogaro (17).
Frutto di una ricerca su migliaia di documenti e testimonianze, “la storia della colonizzazione dell’Agro Pontino negli anni ’30 e ’40 del Novecento ne esce per molti aspetti diversa dalla narrazione tradizionale” dando spazio non solo alle difficoltà quotidiane delle famiglie coloniche che nonostante i grandi sacrifici si trovarono di fronte “terreni che si dimostrarono, troppo spesso, scarsamente produttivi”, ma contestando dati alla mano “l’idea di una colonizzazione conclusa brillantemente nel 1939 con l’assegnazione di tutti i poderi realizzati, quando invece, ancora nel ’42-’43, si disponevano nuovi arrivi e nuove assegnazioni, in continua sostituzione di coloni disdettati o costretti dalle malattie al rimpatrio”.
Una ricerca di una profondità tale da configurarsi come un manuale della colonizzazione pontina, oltre a suscitare nuovi studi e considerazioni sulla storia della medesima. Ad affiancare l’autore nella prima presentazione pubblica saranno il direttore del Museo della Terra Pontina, Manuela Francesconi, il direttore di Latina editoriale oggi Alessandro Panigutti, l’assessore alla cultura del comune di Latina Silvio Di Francia, l’editore Dario Petti e il giornalista Mauro Nasi che modererà l’incontro.