Crepe e infiltrazioni nelle aule, il dossier dei giovani comunisti sulle scuole superiori in provincia di Latina

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A giugno l’anno scolastico in provincia di Latina si è concluso con le risposte ad un questionario da parte di 2.200 studenti degli istituti superiori. A fornire le domande sulle condizioni edilizie e dei servizi sono stati i ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista della Federazione provinciale di Latina del Partito comunista. La foto scattata ritrae il Galileo Galilei e il Vittorio Veneto di Latina in buone condizioni, per il resto… un disastro. I dati, elaborati dal Fronte della Gioventù Comunista, sono stati resi noti soltanto oggi, alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico. Si torna in classe nelle stesse strutture. Cosa è cambiato?

“Da studenti e studentesse abbiamo sempre saputo in che condizioni di abbandono versano i nostri istituti – si legge in una nota stampa del Fronte della Gioventù Comunista -, è per questo che negli ultimi mesi dello scorso anno scolastico abbiamo deciso di distribuire tra gli studenti di 13 scuole della provincia dei questionari che dessero un’idea più precisa sullo stato di degrado dell’edilizia scolastica. Conoscere i dati per analizzare il problema è il punto di partenza per risolverlo. La partecipazione degli studenti è stata numerosa: circa 2200 alunni hanno risposto alle domande riguardanti i principali ambienti scolastici, considerati sia dal punto di vista prettamente edilizio che da quello del sovraffollamento e delle strumentazioni”.

“A parte un paio di scuole – affermano i giovani comunisti – che recentemente sono state ristrutturate o sono comunque in buono stato (Galileo Galilei e Vittorio Veneto), il quadro che ci siamo trovati davanti è inquietante. Emerge infatti che nessuna scuola ha tutti i servizi in stato ottimale, spesso neanche buono; quasi tutte versano in condizioni che a stento raggiungono l’accettabile.

Di seguito i dati raccolti dal Fronte della Gioventù comunista

-il 70% degli intervistati dichiara di avere almeno una crepa all’interno della propria classe, la metà di questi ne ha addirittura più di due;

-il 45% ha almeno un’infiltrazione d’acqua in classe o della muffa, segno che da troppo tempo non vengono effettuati controlli e una generale manutenzione degli edifici scolastici;

– nella maggior parte delle scuole in cui sono state effettuate le inteviste, soprattutto quelle con maggior numero di iscritti, si verifica il fenomeno della rotazione delle classi, con una o più classi costrette a girare tra le varie aule, spostandosi ogni ora (in alcuni casi arrivano a ruotare quasi 10 classi contemporaneamente);

-nonostante quasi tutti gli istituti siano dotati di un’aula magna sufficientemente capiente, il 68% degli studenti lamenta la mancanza o il non funzionamento dell’amplificazione e dei microfoni e in alcuni casi gli studenti denunciano un’aula magna completamente o parzialmente inagibile;

-secondo il 70% degli intervistati le palestre sono occupate da più classi di quante ne potrebbero ospitare; il che porta a una carenza del materiale spesso non utilizzabile durante l’ora di educazione fisica oltre alle ovvie criticità in materia di sicurezza. A quanto detto si aggiungono le carenze strutturali delle palestre, risultando inagibili per il 25% degli studenti a cui abbiamo somministrato il questionario;

-pressoché tutti i laboratori (per il 65% degli intervistati) sono scarsamente riforniti e dove è presente la strumentazione non è comunque aggiornata o tenuta in ordine. Per un intervistato su due la scuola ha laboratori ma quest’ultimi sono inutilizzati. Uno dei dati più eclatanti è che le attrezzature tecnologiche, come le LIM (Lavagne Interattive Multimediali), non sono disponibili per il 50% degli studenti e il restante 50% denuncia che nelle aule di informatica solo alcuni computer funzionano;

-la condizione strutturale dei bagni è ritenuta dal 40% degli studenti pessima; il 36% degli intervistati lamenta un insufficiente livello di pulizia; per quanto riguarda il materiale igienico: nel 47% dei casi risulta totalmente assente e un altro 47% afferma che comunque è disponibile solo raramente;

-la pessima condizione del sistema di riscaldamento è stata denunciata già dagli studenti negli anni passati, e i dati confermano che non c’è stato un grosso miglioramento: il 25% dice che il riscaldamento della propria classe (o laboratorio) è pessima, mentre il 50% lo ritiene solo accettabile;

-il dato forse più interessante che si evince dal questionario, infine, è che, nonostante le criticità evidenziate nelle risposte, la maggior parte degli studenti e delle studentesse ha dato un voto alla scuola di appartenenza tra il 7 e l’8, che pare fin troppo alto data la gravità della situazione. Forse lo studente medio non si rende conto dell’importanza che andrebbe data al luogo di formazione cardine, sia nella qualità dell’offerta che nella sicurezza della frequentazione quotidiana. Si guarda con egual sufficienza sia il degrado della formazione, sia il rischio di tragedie.

“Ciascuna di queste scuole – commentano gli autori dell’iniziativa – avrebbe bisogno d’ interventi di ristrutturazione e manutenzione, parole che ormai da anni sono state cancellate dal nostro dizionario. Ciò è reso impossibile dalle politiche portate avanti negli anni da governi di centrodestra e centrosinistra, che hanno sempre tagliato fondi alla scuola pubblica ed hanno contribuito a rendere la scuola un servizio sempre più scadente”.

E il discorso inevitabilmente si sposta sulle tasse. “Le istituzioni – affermano i ragazzi comunisti – rendono evidente la loro volontà di scaricare il peso dell’istruzione sulle famiglie attraverso il contributo ‘volontario’ (che spesso non lo è), di circa 80/100 euro oltre i soldi già trattenuti con le tasse, reso necessario in tutte le scuole per usufruire dei corsi pomeridiani, visite di formazione o ancora per il cosiddetto ‘ampliamento dell’offerta formativa’ (comprendente praticamente tutte le attività che non si limitino alla didattica mattutina) mostrando quanto l’istruzione stia diventando un qualcosa che possono permettersi in pochi, anche perché ai continui tagli ai fondi per la scuola pubblica sono aumentati i finanziamenti per la scuola privata. Insomma i poveri pagano l’istruzione per i ricchi”.

“Se la Provincia o la Regione non hanno fondi per sistemare le scuole ci troveremo in una situazione sempre più disagiata: quanto dovremmo aspettare – domandano – prima che questa precarietà strutturale provochi una tragedia?”.

“Il corpo studentesco deve essere il primo ad attivarsi per cambiare questa situazione e a intraprendere un percorso di lotta contro un sistema che continua a toglierci qualsiasi diritto.

Per questo – concludono – il Fronte della Gioventù Comunista invita gli studenti e le studentesse a partecipare all’assemblea aperta, il 22 settembre alle 15, nella sezione “Thomas Sankara” in via Plauto 14”.