“In città le persone tremavano e in questo processo abbiamo visto regnare l’omertà”, con queste parole i pm hanno ricostruito ieri, con una lunghissima requisitoria nell’ultima parte del processo “Reset”, quello che ai tempi era il potere in città da parte del gruppo criminale.
Estorsioni, narcotraffico, rapporti con altri clan e racconti dei pentiti. Tutto ripercorso dai magistrati della Dda di Roma che hanno ricostruito per filo e per segno tutto il percorso dei clan Travali e Di Silvio. Sei lunghe ore di udienza terminate con la richiesta dei pm Francesco Gualtieri e Luigia Spinelli: 412 anni di condanne complessive.
Richieste più alte per quelli che erano considerati i capi e promotori dell’organizzazione, ossia Salvatore e Angelo Travali. Per loro l’accusa ha chiesto rispettivamente 23 e 27 anni di reclusione. Chiesti invece 12 anni per Costantino Cha Cha Di Silvio e 18 anni per Alessandro Zof. Queste solamente alcune delle pene richieste per i 31 imputati nell’inchiesta che ha liberato la città di Latina dal potere dell’organizzazione criminale.