La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi presentati dai difensori di due dei 31 imputati nel processo Reset. Il primo è Francesco Viola, cognato dei fratelli Travali. Per lui i giudici hanno annullato uno dei capi d’imputazione, riformando in parte la passata sentenza che scende così a 14 anni e tre mesi. Il secondo è Giovanni Ciaravino, ritenuto uno degli spacciatori fedeli e sempre al servizio del gruppo criminale. Per lui la Corte ha accolto il ricorso presentato dai difensori, inviando così gli atti ad un’altra sezione della Corte d’Appello e annullando la sentenza di secondo grado che lo aveva condannato a oltre sette anni di carcere.
Per Viola escluse le accuse di violenza privata ai danni di un giovane vittima di un’estorsione consumata in concorso con altri appartenenti al clan. Per Ciaravino i giudici della Cassazione hanno ravvisato l’omessa motivazione sui ricorsi alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Un nodo che potrebbe andare ad incidere anche sugli altri imputati nel maxi processo, visto che le accuse si basano quasi esclusivamente su testimonianze degli ex appartenenti al gruppo criminale.