E’ stato un agguerrito avversario di Forte alle ultime regionali e non l’ha spuntata per 16 voti. E nell’incontro Latina TrasparEnte organizzato allo Stoà per la candidatura del consigliere regionale alle primarie, conclude il suo intervento partendo da qui Giorgio De Marchis con una battuta che riannoda il filo tra due destini che si rincontrano per avviarsi sulla medesima strada, quello del consigliere regionale candidato a sindaco e quella dell’ex consigliere comunale, da poco trasmigrato dall’area moscardelliana, che si prepara la strada per la Regione. “Mi hanno sempre rimproverato che per quei sedici voti potevo fare delle chiamate in più. Stavolta quelle chiamate le farò per Enrico, ho dovuto ritrovarne le ragioni e le ho trovate tutte, ho trovato anche il 17esimo voto, quello che fa la differenza”.
I toni sono quelli amichevoli ma agguerriti dell’ultima settimana di campagna elettorale davanti al pubblico dei sostenitori storici di De Marchis. Imbarazzi non ce ne sono nonostante il passato dell’ex consigliere dem sia stato tra i più movimentati all’interno del Pd: da marzo passato nelle file moscardelliane, sostenitore convinto di Galante fino a pochi giorni prima della sottoscrizione delle candidature, quando affiderà a Fb un messaggio di dipartita che fa chiaramente intendere che il vento è cambiato.
Con lui ci sono il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Massimiliano Valeriani e oltre a Forte l’ex consigliere comunale Fabrizio Mattioli e il giovane esponente democratico Matteo Palombo, ricordato per il gesto coraggioso di denunciare Costantino DI Silvio. “Il compito del Pd è il più difficile in questa città dove si sta perdendo il senso dei partiti – ha detto De Marchis – e dove da una parte ci sono le spinte dell’antipolitica, dall’altra c’è il partito all’opposizione storica che ha firmato due volte per mandare a casa il sindaco di centrodestra. Una città che ha dato consensi bulgari al centrodestra e con una politica che ha salvaguardato esclusivamente l’interesse personale e mai quello pubblico. Il punto è mettere insieme una nuova visione della città, quella che è mancata fino ad oggi”.
I temi da rottamare
De Marchis cita i vecchi temi datati da cui l’opposizione deve svecchiarsi, il Prg, l’università, e quel piano del commercio di cui ha parlato recentemente Galante: “Un tema su cui il Pd ha fatto battaglia, che è già stato emendato e mi sembra ora superato, si parla di università quando bisognerebbe parlare di innovazione tecnologica, di nuove sfide, la città è ferma a come l’ha lasciata la destra”. “Il punto di forza è la squadra – spiega Valeriani – persone in rete che si riconoscono in obiettivi comuni. Dopo arriverà la sfida vera, la sfida con la storia, la battaglia per conquistare la città”. Il giovane dem Palombo ha invece ricordato che questa città non esprime un assessore alla cultura da quattro anni.
La destra travestita
E’ apparso particolarmente agguerrito Enrico Forte nel suo intervento, nel quale ha ricordato i motivi che lo hanno spinto ad intraprendere questo viaggio: “Non c’è bisogno di nasconderci e camuffarci e non c’è bisogno per una forza come il Pd e per tanti che non hanno votato Pd e che però vogliono costruire una alternativa di governo, di votare un candidato, oggi indicato nelle file del Pd per le primarie, che ci è stato spiegato che aiuterebbe a vincere perché è più di destra della destra che ci ha governato in questi anni. Questa è una finzione che gli elettori smaschereranno già da domenica, e la smaschereranno ancora di più, ma non ci sarà questa opportunità, se questa dovesse essere la candidatura del Pd a maggio. Non c’è bisogno di una destra con il vestito del Pd, questa città ha bisogno di persone perbene e competenti che si riconoscono nel messaggio di cambiamento del partito, questo è il senso della mia candidatura, della vostra candidatura”.