Raffaele Trano, deputato de L’Alternativa C’è, membro della Commissione Bilancio alla Camera, chiede chiarezza circa i soggetti del basso Lazio ai quali sono finiti i prestiti garantiti dallo Stato.
“Nei giorni scorsi, ad un webinar organizzato dal Pd, la responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci, ha dichiarato che sono state censite oltre 600 società aziende colpite da interdittiva antimafia che hanno avuto accesso ai crediti garantiti dallo Stato. Ne ho parlato oggi, nel corso della discussione a Montecitorio sulle mozioni riguardanti il quadro normativo relativo all’inadempienza bancaria sui crediti deteriorati. Il dato della dottoressa Dolci è riferito solo ad una prima analisi e non voglio immaginare a consuntivo cosa mostreranno. Altro che crediti deteriorati, questa è una appropriazione indebita di somme erogate con decreti di garanzia pubblica: sono soldi dati alle mafie e qualcuno si dovrebbe prendere le proprie responsabilità, quelle di non aver garantito i controlli come richiesto dai procuratori, altro che sventolare torroncini Condorelli in segno di solidarietà. Avevo lanciato tale allarme sin dai primi decreti emergenziali e sono stato ignorato. Visti i timori sottolineati in questi mesi anche dai procuratori di Latina, Cassino e Frosinone temo che quanto emerso a Milano sia avvenuto anche nel basso Lazio. Auspico quindi che venga fatta velocemente chiarezza su tale aspetto e che si faccia tutto il possibile per evitare che altre somme cadano in mani sbagliate e per tentare, anche se è estremamente difficile, di recuperare quelle che anziché finire alle imprese sane sono andate ai clan”.