“Da quanto emerge dai referti medici esaminati, la paziente, al di là del comprensibile dolore psicologico per l’evento sfortunato, non ha mai oggettivamente presentato segni clinici di emergenza”. Così la direzione generale della Asl di Latina torna sull’aborto avvenuto sul traghetto tra Ponza e Formia, oggetto di una richiesta di chiarimenti da parte del presidente della commissione regionale alla Sanità Giuseppe Simeone rivolta al manager della Asl pontina Giorgio Casati.
La direzione generale della Asl non appena Simeone ha reso nota la vicenda, il 4 ottobre scorso, aveva subito affermato che al poliambulatorio di Ponza dove la donna era stata visitata, prima di intraprendere il viaggio di ritorno alla terraferma con il traghetto, erano stati rispettati tutti i protocolli. E oggi aggiunge dell’altro, ovvero che la donna “non ha mai oggettivamente presentato segni clinici di emergenza”. E non solo. La direzione generale afferma anche che nulla avrebbe potuto impedire l’aborto spontaneo, neanche un viaggio in elicottero al posto della traversata in mare.
“Con riferimento all’aborto spontaneo – si legge nell’odierna nota stampa della direzione generale della Asl -, è utile precisare che, secondo le evidenze scientifiche, tale evento si verifica in circa il 10-15% delle gravidanze. La causa di un aborto spontaneo isolato è generalmente sconosciuta né è determinabile specialmente in fase iniziale della gravidanza. Nel primo trimestre non esistono rimedi, farmaci o procedure, che possano impedire o bloccare l’evoluzione di un aborto spontaneo. In questo senso, anche l’utilizzo di un diverso mezzo di trasporto, per esempio l’elicottero al posto della nave, non è in grado di modificare in senso positivo l’esito dell’evento abortivo”.
“Il diffuso impatto mediatico – si legge ancora – prodotto da un evento dal così evidente carico emotivo, ha purtroppo indirettamente generato un senso di inadeguatezza dei livelli di servizio assicurati sull’isola di Ponza dalla Asl e/o dai suoi professionisti. Proprio questo episodio, analizzato su un piano squisitamente oggettivo, conferma invece la capacità dei professionisti operanti sull’isola nel distinguere chiaramente tra situazioni di emergenza e quelle che non lo sono”.
“Più in generale, è il caso di ricordare che un paziente colto da infarto sull’isola di Ponza, grazie all’ormai consolidato rapporto di collaborazione con Ares 118, si trova in sala di emodinamica in meno di trenta minuti – evidenzia la direzione generale – Se nel caso precedentemente raccontato fosse stato utilizzato l’elicottero, peraltro senza ottenere risultati di sorta, e si fosse generata contemporaneamente una situazione di emergenza, oggi saremmo a commentare una storia completamente differente”.
In quanto alle conclusioni della Asl su questa vicenda, la direzione generale afferma che sono state tempestivamente comunicate a Simeone prima che rendesse pubblica questa storia.