La giunta comunale di Ponza ci riprova: dopo la fumata nera della conferenza di servizi per la realizzazione del porto turistico in località Cala dell’Acqua a Le Forna, tenuta il 14 aprile 2015, si terrà a Roma il prossimo 13 giugno un altro vertice a cui parteciperanno tutti gli enti preposti per esaminare i tre progetti presentati dalle società Marina di Ponza srl, Marina di Cala dell’Acqua srl e Marina dei Medici srl-Teseco spa.
Di un nuovo porto a Ponza se ne parla da anni: già nella precedente amministrazione comunale, la giunta municipale in accordo con quella provinciale, allora guidata da Armando Cusani, portò avanti il discorso sostenendo la possibilità di realizzare un approdo turistico sulla scia della legge Burlando. Piero Vigorelli, dopo quattro anni dalla sua elezione, ha riesumato i vecchi progetti scontrandosi con le obiezioni di una parte degli isolani. A cominciare dai posti barca riservati per i locali e dalla mancata previsione di attracchi per i traghetti.
I tre progetti sono stati presentati al pubblico, nei mesi scorsi presso la tensostruttura di Le Forna. E allora si è scoperto che, solo per citare un esempio, tra gli elaborati di una delle società proponenti i 70 posti barca per i ponzesi, su un totale di 300, erano collocati oltre scogliera. Ma si è iniziato a ragionare anche sui mesi “morti” e sull’utilità della realizzanda struttura, in inverno, senza possibilità di attracco per i traghetti; sulle opere a terra non previste dal piano regolatore generale; sull’ostacolo dei vincoli a cui è sottoposta la zona di Cala dell’Acqua e quindi sul difficile sviluppo, promesso, per la frazione di Le Forna.
Lunedì, 13 giugno, la nuova conferenza di servizi. Ma Vigorelli non vuole “testimoni scomodi”. Lo affermano i referenti dei comitati Rinascita per Ponza e Samip. Dopo aver chiesto di essere ammessi come auditori al vertice che si terrà a Roma, il Comune con nota ufficiale ha rigettato l’istanza. “Che cosa potrebbero ascoltare i rappresentanti dei comitati cittadini, in modo assolutamente composto e silenzioso, che non devono ascoltare?”, si chiedono. Sono tanti gli interrogativi dei due sodalizi: “Forse si ha paura di far comprendere ai cittadini della difficoltà di costruire un porto a Le Forna? Forse si ha paura di far constatare che i tre progettisti (così amorosamente affiatati nella presentazione congiunta dei rispettivi progetti nella tensostruttura) in conferenza dei servizi si danno battaglia adducendo le loro motivazioni? Forse l’amministrazione non vuole far capire la sua vera strategia, che testimoni scomodi in conferenza dei servizi potrebbero svelare?”
In ballo c’è il futuro dell’isola, poiché un nuovo porto non è certo un dettaglio soprattutto per chi vive di mare. Il porto turistico di Cala Dell’Acqua, nelle intenzioni della giunta Vigorelli, dovrebbe garantire a Le Forna un riequilibrio socio economico con il centro di Ponza. I cittadini hanno fatto notare che per far decollare il progetto di un nuovo porto non basta guardare solo al potenziamento dell’ormeggio nautico diportistico ma andrebbero aumentati i flussi turistici giornalieri in questa frazione. “Per aumentare i flussi giornalieri bisogna prevedere attracchi per imbarcazioni di trasporto marittimo e crocieristico – spiegano -. Questo punto è strategico non solo per Le Forna, ma per tutta l’isola, perché nessuno può pensare di realizzare un nuovo porto a Le Forna, così atteso, per poi mantenere sull’isola l’enorme traffico veicolare. Se costruiamo un porto a Cala dell’Acqua – nella zona che va da Forte Papa alla Montagnella – sarà interdetta la balneazione, per cui assolutamente bisogna recuperare la zona di Cala Feola e Le Piscine Naturali alla esclusiva funzione balneare interdicendola da qualsiasi movimento nautico-diportistco a motore. Per fare questo tutte le imbarcazioni di pesca, dei diportisti e quelle di noleggio devono essere spostate nel porto a Cala Dell’Acqua. Se noi consideriamo che in zona Cala Feola ci sono più di 300 barche di varie dimensioni è chiaro che la proposta di Porto a Cala Dell’Acqua dovrà essere ristrutturata per queste esigenze. A riparo della scogliera di Cala Feola e nella rada di Cala Dell’Acqua si sono sviluppate attività di noleggio barche che hanno garantito oltre al lavoro a famiglie fornesi anche ai villeggianti di Le Forna di avere un’offerta turistica. Queste attività di Fornesi devono assolutamente trovare soluzioni all’interno del nuovo porto. Il risanamento a terra della zona ex miniera dovrà recuperare, risanare ambienti con intelligenza e dovrà prevedere, eventualmente nuova edificazione, che oltre a essere integrata nell’ambiente isolano deve garantire esclusivamente servizi e offerte turistiche che completano servizi e offerte già preesistenti sull’isola. Un nuovo insediamento che sia pianificato a tavolino deve determinare un reale cambiamento con lo scopo di completare lo sviluppo economico dell’intera isola, quindi non un’opera chiusa, concorrenziale al territorio isolano ma un opera che completi l’offerta nautico-diportistica e turistico-ricreativa con lo scopo finale di dare continuità alla vita in quest’ isola per tutto l’anno”.