Di qualche giorno fa la notizia di un 43enne che, con il suo comportamento, aveva evitato il controllo dei carabinieri per 4 ragazze, a Ponza. La vicenda però non è finita con la denuncia del titolare del locale.
L’uomo infatti ha voluto fornire la sua versione dei fatti e ha presentato anche una denuncia per diffamazione. Sostiene di non aver fatto scappare le ragazze che, sempre secondo il suo racconto, avrebbero prima seguito i militari e poi sarebbero tornate al locale a bere il vino che avevano ordinato.
“E’ molto difficile lavorare in questa emergenza sanitaria – ci ha raccontato Alberto Gargano, gestore del Blue Moon, dove è avvenuto l’episodio – siamo comunque riusciti ad avere le autorizzazioni e a trasformare il locale con 300 posti a sedere. Facciamo rispettare le regole per il distanziamento contro il Covid, così come stavamo facendo quella sera quando le 3 ragazze si sono alzate. Subito un buttafuori è andato a chiedere loro di sedersi.
Poi sono arrivati i carabinieri che prima hanno intimato al dj di spegnere la musica e poi hanno chiesto alle ragazze di seguirli. E’ a questo punto che sono intervenuto e siamo usciti tutti, come dimostrano le immagini delle telecamere. Non avevo i documenti e ho chiesto di essere identificato al locale e non in caserma, perché stavo lavorando, invece a quanto pare non è stato possibile. Però nonostante mi fossi adirato per il trattamento non ho mai smesso di dare del lei ai carabinieri e non mi sono opposto ai controlli. Sono rimasto in caserma per 3 ore senza poter neanche avvisare casa, perché non avevo portato con me il cellulare”.
Insomma i nervi sono sempre più tesi sull’isola in questa estate 2020. Ponza con il Covid è diventata ancora di più meta di turisti proveniente soprattutto dalla Capitale e le verifiche per arginare il diffondersi del coronavirus non sono semplici. Il 15 luglio scorso il sindaco era stato costretto con un’ordinanza a vietare lo sbarco dei turisti che arrivano con le imbarcazioni, se non negli orari dalle 8 alle 10.30 e dalle 19.30 alle 24. Difficile conciliare la necessità dei locali di continuare a lavorare e la sicurezza degli stessi turisti e degli abitanti. Non sono mancate risse, corse al pronto soccorso e persone moleste.