Un ordine di demolizione in contrasto con una pronuncia giudiziale, il Tar invia gli atti alla Procura della Repubblica per valutare se sussistono fattispecie di rilievo penale correlate
alla trasgressione dell’ordine del Giudice.
Potrebbe avere un risvolto di natura penale quindi quella che, stando all’ultimo pronunciamento del Tribunale amministrativo del Lazio – sezione di Latina, appare una forzatura del Comune di Ponza contro i cantieri Parisi.
La società Parisi srl, ancora una volta, si è dovuta appellare alla giustizia amministrativa per avere ragione sul Comune di Ponza che a maggio di quest’anno ha ordinato la demolizione di diversi fabbricati ritenuti abusivi: la falegnameria, l’officina meccanica, i locali per la costruzione di nuove barche, una piattaforma di mille metri quadrati e il muro di confine della proprietà. Uno “scivolone”, perché proprio su queste opere il Tar si era già espresso nel 2015 riconoscendo legittimi i titoli edilizi del privato ricorrente.
La società Parisi, infatti, nel nuovo ricorso al Tar ha chiesto non solo l’annullamento dell’ordinanza di demolizione di maggio 2017 ma anche la corretta ottemperanza della sentenza del 2015, trovando piena ragione nella sentenza depositata in data odierna. Un pronunciamento che bacchetta il Comune per l’ordine di demolizione emesso in contrasto con il disposto della pronuncia giudiziale compresa nella sentenza 597/2015. Il Tar ha quindi condannato il Comune a corrispondere al ricorrente la somma di 3.000 euro per spese processuale, oltre rimborso del contributo unificato, Iva e Cpa. Il Tar, accogliendo il ricorso della società Parisi srl ha inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura della
Repubblica di Latina per la valutazione delle possibili fattispecie di rilievo penale correlate
alla trasgressione dell’ordine del Giudice.