La Regione Lazio – Area Difesa Suolo – ha segnalato agli uffici della Provincia di Latina la compromissione della sezione idraulica del fiume Sisto, in corrispondenza del ponte della provinciale Badino, nonché le precarie condizioni strutturali del ponte, “possibile causa di pericolo al passaggio degli autoveicoli e dei natanti”. Il personale tecnico della Provincia ha quindi prontamente ad un sopralluogo verificando un peggioramento dello stato manutentivo della infrastruttura, di fatto già conosciuto agli uffici.
Fermo restando la competenza della Provincia di Latina per la sola infrastruttura stradale di quanto riferito dalla Regione, l’Ente si trova al momento nell’impossibilità di provvedere ad un intervento urgente e fattivo di manutenzione straordinaria dell’impalcato, di cui tra l’altro è presente opportuna progettazione e ciò a causa del taglio delle risorse finanziarie proprie dell’Ente per la funzione fondamentale effettuato dalla Legge cd Delrio.
“Pertanto, al fine di garantire la sicurezza degli utenti della strada e del corso d’acqua – si legge in una nota stampa dell’ente di via Costa -, si sta provvedendo alla chiusura al traffico veicolare del ponte a far data da 24 maggio 2017, aperto solo ai pedoni e ciclomotori, per eliminare qualsiasi carico di sollecitazione alla struttura. Gli uffici, inoltre, hanno interessato le Forze dell’Ordine, l’Ares 118 e la Prefettura ed i Comuni per rendersi disponibili all’attività di coordinamento delle azioni da intraprendere da parte degli enti e delle forze dell’ordine stesse. Nella speranza di poter provvedere al più presto alla copertura economica dell’intervento nella sua completezza, anche alla luce dei futuri interventi del legislatore italiano tesi a rimuovere il blocco delle entrate ai bilanci delle province italiane, i tecnici provinciali stanno valutando la fattibilità di un intervento di manutenzione limitato all’intradosso dell’implacato del ponte che, insieme all’assenza del carico sovrastante dei veicoli, potrà permettere il passaggio dei natanti in maggiore sicurezza. Inoltre, consapevoli del disagio arrecato ai residenti ed ai turisti dei Comuni di Terracina e San Felice Circeo, si sta programmando una campagna di indagini strutturali a supporto di un aggiornamento della progettualità in essere, oltre che per valutare la possibilità di una riapertura, per quanto parziale, del traffico delle sole auto a senso unico alternato”.
Segue dichiarazione del Presidente della Provincia di Latina Eleonora Della Penna:
“Anche sul nostro territorio cominciano a farsi sentire in maniera ancora più concreta gli effetti dei tagli delle risorse alle Province. Lo abbiamo ribadito nel corso dell’ultimo incontro dell’Upi a Roma, lo abbiamo sottolineato anche al presidente della Camera e oggi anche i cittadini si trovano a fare i conti con la situazione economica gravissima in cui si trovano i bilanci le Province italiane. La chiusura di un passaggio così importante alle porte della stagione estiva è per noi motivo di preoccupazione ma lo sarebbe ancora di più se l’infrastruttura restasse aperta in condizioni precarie per la sicurezza e l’incolumità pubblica. Per questo motivo il settore viabilità ha assunto questa decisione che non poteva più essere evidentemente rinviata alla luce delle note della Regione Lazio. Ho chiesto personalmente al dirigente della viabilità del nostro ente, l’ingegnere Angelica Vagnozzi, di mettere da subito al lavoro gli uffici e accelerare il più possibile le verifiche strutturali che potrebbero consentire, in caso di esito positivo, almeno il passaggio a senso unico alternato delle sole automobili. Stiamo inoltre lavorando, sempre di concerto con gli uffici, per intercettare ulteriori risorse da altri enti che potrebbero aiutarci a risolvere il problema in maniera risolutiva. Resta ovviamente ferma la collaborazione dell’amministrazione nei confronti dei sindaci e delle amministrazioni dei comuni interessati dalla chiusura del ponte Badino. Così come resta ferma la condanna nei confronti del Parlamento che non ha ancora restituito dignità ai nostri enti e non li ha ancora messi in condizione di fare quello che hanno sempre fatto: garantire servizi ai nostri concittadini. Questo nonostante l’esito di un referendum che ha confermato, semmai ce ne fosse stato bisogno, la rilevanza costituzionale delle Province italiane. Rilevanza fino ad oggi non solo minata e compromessa ma anche ignorata con una gravissima forma di perseveranza”.