Pasquale Maietta rompe il silenzio dopo le dichiarazioni del pentito Agostino Riccardo, durante l’ultima udienza del processo Alba Pontina.
L’ex deputato di Fratelli d’Italia lo fa, come aveva fatto nel 2017, dopo un silenzio durato due anni in seguito all’inchiesta Don’t Touch. Anche questa volta, a distanza di altri 3 anni affida i suoi pensieri a Facebook. Nel frattempo è stato coinvolto anche nelle inchieste Olimpia e Starter.
“Ieri sera – si può leggere sul suo profilo – al mio ritorno a casa, ho trovato la mia primogenita Giulia chiusa in camera che piangeva, dopo che aveva letto su alcuni giornali online, l’ennesimo attacco perpetrato nei miei confronti da qualche esponente politico di basso profilo, che continua con l’opera di sciacallaggio sulla mia persona e da qualche giornalista non ancora sufficientemente pago. Ed allora solo per Giulia, sento il dovere di fare ancora una volta alcune precisazioni.
Ho avuto una carriera politica che mi ha dato enorme soddisfazione, grazie ad un consenso, ottenuto non dagli zingari, come si ostina a far credere alla gente ed alla città, sia qualche politico, sia qualche giornalista. Consenso ottenuto invece con sacrificio e dedizione in ogni parte della città. Al riguardo ricordo a tutti un dato, tra l’altro facilmente verificabile, ovvero in ogni elezione, sono risultato essere il primo degli eletti o comunque tra i primi in ciascuno degli oltre 100 seggi presenti in città. Questo a testimonianza di un consenso esteso a tutti i quartieri e Borghi e non quindi solo in quel quartiere caratterizzato dalla presenza degli zingari. Non ho mai venduto o ceduto la mia funzione pubblica agli interessi di alcuno, ed in particolare non l’ho venduta o, ceduta ad alcuno dei membri dei clan criminosi emersi con alba pontina o don’t touch. Quindi, tutti coloro che ancora oggi si ostinano ad accostare la mia carriera politica a queste persone, avrebbero il dovere di spiegare alla città ed al sottoscritto in quale modo o attraverso quali atti, sarei risultato strumentale, o, funzionale agli interessi dei clan nell’ambito dell’esercizio della mia funzione di consigliere comunale o assessore al bilancio, o più precisamente, quali sarebbero i vantaggi che avrei loro concesso.
Non ho mai pensato nemmeno per un secondo, di incaricare terze persone al fine di perpetrare minacce o pressioni sull’onorevole Rampelli per avere in cambio un seggio alla camera, non ho mai compiuto nessuna transazione elettorale nei confronti di Calandrini.
Ho avuto l’onore ed il privilegio – ha continuato l’ex presidente del Latina Calcio – di essere proprietario, amministratore e presidente della squadra della città. Ho esercitato tale funzione con amore, e con passione ottenendo dei risultati calcistici straordinari. Con tutte le mie forze mi adopererò nell’ambito del processo per dimostrare la mia estraneità ai reati tributari e di bancarotta a me addebitati dalla pubblica accusa. Posso nel frattempo affermare senza possibilità di smentita e per l’ennesima volta, che la società Latina calcio, non ha mai avuto nel proprio organigramma Costantino Di Silvio. A chi ancora oggi sostiene il contrario, descrivendo il Latina Calcio come la squadra di Maietta e Cha Cha, ha evidentemente in quegli anni di successi e di vittorie, sofferto e rosicato talmente tanto, che ancora oggi non riesce a dimenticare, riuscendo a trovare forse un po’di sollievo solo la sera della finale Latina- Cesena.
Concludo dicendo che ho lasciato il calcio, ho lasciato la politica, ho lasciato la città, ed ho avuto la mia vita è quella della mia famiglia praticamente rase al suolo. A qualcuno forse tutto questo non basta e sente il bisogno di continuare a costruire la propria carriera politica o giornalistica sulle ceneri della mia vita e di quella della mia famiglia. La ritengo una cosa disdicevole e di assoluto squallore. Nel frattempo, ho dato mandato ai miei legali di adoperarsi affinché possano valutare la possibilità di proporre querele, nei confronti del dichiarante Riccardo Agostino e di tutti coloro che nel frattempo si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni prive di fondamento ed oltremodo lesive”.