Annaspa il restyling del verde di piazza del Popolo. La procedura negoziata attivata dal Comune di Latina per la riqualificazione del giardino della piazza centrale del capoluogo è andata deserta. Invitate dieci ditte a partecipare alla selezione pubblica per i lavori, il cui costo stimato è di 84.908,83 euro, nessuna ha presentato la propria offerta. Capita, certo che sì. Ma è alquanto inaspettato che la gara “snobbata” abbia riguardato la principale piazza di Latina e, in particolare, il verde urbano sul quale l’amministrazione di Latina Bene Comune ha investito molto diffondendo la cultura del bene comune, dei patti collaborativi, delle sponsorizzazioni e della bellezza. Possibile che nessun operatore del settore sia stato stimolato dai principi di condivisione e partecipazione, anteponendoli alla finalità economica?
Ad oggi c’è una nuova determina a contrarre, firmata da Micolo Ayuso, la dirigente del servizio Decoro, qualità urbana e bellezza, per l’affidamento dei lavori mediante nuova procedura negoziata. Dunque, si riparte da zero. Rinviata l’apertura del cantiere che, stante alla volontà dell’amministrazione comunale, sarebbe dovuta avvenire nel mese di gennaio scorso, subito dopo le feste natalizie.
Il progetto di restyling del verde di piazza del Popolo era stato donato dall’architetto Armandina Antobenedetto ad un prezzo simbolico di 1.500 euro. Dopo la delibera per l’acquisizione dell’elaborato, preventivamente vistato dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, la giunta municipale aveva provveduto ad approvarlo, definitivamente ed esecutivamente, con atto 346 del 2 ottobre 2018.
Gli elaborati dell’architetto Antobenedetto erano stati illustrati nella seduta della commissione Ambiente del 17 settembre 2018. Il funzionario comunale Raffaele Feliciello, esperto di botanica, spiegò che il progetto prevedeva la realizzazione di siepi alte una quarantina di centimetri grossomodo in luogo delle attuali aiuole verdi. A protezione delle siepi sarebbe stata installata una leggera staccionata in ferro, non più alta di mezzo metro, fino a quando i cespugli impiantati non avrebbero raggiunto l’altezza e consistenza indicata nel progetto. Previsto un tempo di tre anni, durante i quali il giardino poteva essere attraversato soltanto lungo la croce che incontra la fontana con la palla. Gli altri quadranti sarebbero stati interdetti fino a quando non fosse stata rimossa la staccionata. Il funzionario Feliciello spiegò che comunque, per la piantumazione delle essenza sarebbero stati necessari una trentina di giorni.
Perplessità erano state sollevate dal consigliere comunale Matteo Coluzzi perché durante la commissione non fu approfondito se il progetto donato al Comune fosse conforme al disegno originale di Pierluigi Bossi, in arte Sibò.