“La risposta dell’assessore alla nostra interrogazione è sorprendente come la faccia tosta degli uffici che l’hanno scritta. Non si può dire che la redazione di un regolamento e di un piano per il consumo dell’acqua dipende dalla definizione dei bacini idrografici. Oggi abbiamo avuto la prova provata che l’ufficio preposto ad attuare una legge non ha alcuna volontà di farlo e che l’acqua pubblica interessa a giunta e maggioranza solo quando rappresenta un’occasione per un titolo di giornale”. E’ quanto dichiarato oggi dal consigliere regionale Gaia Pernarella al termine della risposta dell’assessore Mauro Buschini all’interrogazione a risposta “immediata” del 14 luglio scorso presentata dai consiglieri M5s.
L’iniziativa a cinque stelle era finalizzata a richiamare l’attenzione al piano di sicurezza delle acque destinate al consumo umano, alla banca dati sulla gestione delle risorse idriche, al regolamento della giunta regionale riportante i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse di cui all’articolo 7 della legge regionale 5 del 2014. I consiglieri del Movimento cinque stelle chiedevano di conoscere le intenzioni della giunta in merito all’attuazione della legge frutto di iniziativa popolare.
“Il consiglio è esautorato in ogni azione legislativa da parte della Giunta – attacca Pernarella -, è un esempio lampante quanto sta accadendo con la legge 5, quella sull’acqua pubblica approvata dal consiglio sulla base della proposta di legge di iniziativa popolare. La legge 5 parla di piano di sicurezza delle acque destinate al consumo umano, mai realizzato come altre attività amministrative ferme negli uffici da due anni. Questa interrogazione è un atto politico, un modo per ricordare a giunta e maggioranza quali sono le loro inadempienze davanti alla volontà popolare, l’unico che avevamo in questa istituzione per pungolare gli uffici ad adempiere ad una legge in vigore prima di passare alla magistratura.”