Aveva raccontato la strada del mare così bene che anche chi non è mai stato a Latina si è immaginato la città, avvicinandosi molto alla realtà. Viale Antonio Pennacchi, a due anni dalla scomparsa, è l’omaggio della città al suo prestigioso narratore, a quale viene intitolata il tratto di strada della via del Lido, tra l’intersezione con la Strada Nascosa e la rotonda Rossella Angelico. Durante la cerimonia l’uomo e lo scrittore è stato ricordato soprattutto dai suoi familiari. Interventi brevi, ma pregni di significato. “Siamo figli di giganti” ha detto la moglie Ivana, riprendendo una delle massime del marito, effettivamente un gigante che ha portato lontano il nome di Latina, ma che nella circostanza dell’intitolazione: “Avrebbe detto che è un riconoscimento alla città, non al singolo, perché è più importante l’alveare dell’ape“. Altra immagine di Pennacchi rievocata dal figlio Gianni. Lavoratore e scrittore, dalla fabbrica ai libri, in 71 anni di vita, che sono stati “Un inno al lavoro“. E’ il filo conduttore della sua esistenza, sottolineato dalla sorella Laura. Sette fratelli di tradizione operaia, che hanno studiato con tanti sacrifici di una famiglia di umili origini, che viveva il territorio con i valori delle genti di queste terre pontine, sapientemente raccontate dal suo cantore Antonio Pennacchio, Premio Strega 2010 con Canale Mussolini.