Beni per tre milioni di euro, riconducibili all’imprenditore pontino Gianluca Tuma, sono stati sottoposti a sequestro preventivo nella giornata di oggi. Si tratta di un provvedimento amministrativo emesso dal Tribunale di Latina, accogliendo e condividendo in pieno le risultanze investigative della Divisione Anticrimine della Questura di Latina.
Implicato nell’inchiesta Don’t Touch, per la quale ha avuto una condanna in primo grado a tre anni e quattro mesi, Gianluca Tuma inizia da giovanissimo ad avere problemi con la giustizia. Il suo primo arresto risale al 1985 quando era ancora minorenne, ma nel corso degli anni ha messo in piedi un patrimonio non indifferente ritenuto provento di attività illecite con una sproporzione tra il reddito dichiarato e gli investimenti e le attività tale giustificare il provvedimento che gli è stato notificato oggi negli uffici della Questura. Oltre ai beni a lui intestati sono stati sequestrati anche quelli a lui riconducibili, formalmente intestati alla madre, alla convivente, al fratello e a Giampiero Di Pofi, coinvolto anche lui in diverse inchieste.
Cinque immobili di cui un appartamento in corso della Repubblica a Latina, quattro locali commerciali, tre autocarri, un rimorchio, due autovetture, due motocicli, quote societarie e rapporti bancari di 14 società e tra queste anche il 50% della Campoboario sl srl, compreso il precedente marcio verbale e figurativo della U.S. Latina con la quale la squadra di calcio arrivò in serie B.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel pomeriggio di oggi in Questura, nel corso di una conferenza stampa tenuta dal primo dirigente Annabella Cristofaro e dai colleghi dell’ufficio misure di prevenzione della Divisione Anticrimine.
La divisione di Polizia Anticrime, su impulso del Questore di Latina Giuseppe De Matteis, ha avviato una capillare e minuziosa indagine nei confronti di Gianluca Tuma, da sempre gravitante nel tessuto criminale della provincia pontina. Le approfondite attività avrebbero fatto emergere come Tuma abbia tratto sostentamento e ricchezze da attività illecite, manifestando, “con modalità sempre più elaborate, la sua spiccata capacità non solo a compiere ma anche a organizzare, promuovere e gestire trame criminali, sebbene impegnato a ritagliarsi l’immagine di un rispettabile imprenditore”. Tuma avrebbe manifestato nella maniera più occulta possibile saldi contatti con la criminalità dedita alla commissione di reati particolarmente remunerativi.
A seguito del sequestro preventivo, finalizzato alle misure di prevenzione patrimoniali e personali, è stata già fissata per il prossimo giugno l’udienza camerale.
Oltre al 50% della società Campoboario e del vecchio marchio del Latina calcio a Tuma sono stati sequestrati anche il 95% della Itapan srl con sede legale a Latina, un motociclo Piaggio e un motociclo Triunph motorcycles limited intestato alla Italpan srl.
Alla convivente di Tuma sono stati sequestrati il 75% del capitale sociale della Edilfer srl con sede a Latina, l’intero capitale della Finolim srl con sede a Latina, un fabbricato e un locale commerciale della Finolim, due autocarri e un rimorchio della Edilfer, l’intero capitale sociale della Tecnoimp srl con sede legale a Latina, l’intero capitale sociale della Demo Service srl con sede legale a Latina, una Bmw e una Volkswagen intestate dalla Demo Service e il 75% del capitale sociale della Finclem srl con sede a Roma.
Sono finiti nel sequestro preventivo anche i seguenti beni intestati al fratello di Tuma: le società Gruppo Pandoc srl, Tps Technicalpaper Service&Support srl, la Cedil spa tutte con sede a Latina, una imbarcazione della Cedil, il 95% della Gespan srl con sede a Latina e un autocarro Fiat intestato a quest’ultima società.
Il 90% delle società Todip Food srl e Tecnicom Italia srl, entrambe con sede a Latina, sono le proprietà intestate a Giampiero Di Pofi finite nel sequestro preventivo notificato oggi insieme all’intero capitale sociale della Cubinvest srl, con sede a Latina e tre capannoni di questa società, il tutto intestato alla madre di Tuma.
I beni sottoposti a sequestro, a cui si aggiungono anche i rapporti bancari intestati a Tuma e ai suoi prestanome, saranno gestiti da Lorenzo Palmerini, nominato amministratore giudiziario.