“Non una lotta sulla differenza di genere ma sulla differenza di classe”. E’ il distinguo del Partito comunista alle politiche del 4 marzo.
“Abbiamo scelto di avere donne all’uninominale ed in testa di lista al plurinominale – si legge in un comunicato stampa del Partito comunista di Latina – ma a differenza delle liste della pseudo sinistra, che hanno le rappresentanti della borghesia in testa, noi abbiamo delle lavoratrici a guidare le nostre liste: abbiamo sacrificato le candidature di bandiera ma non la coerenza. La discriminazione della donna nella società parte dalla discriminazione sul posto di lavoro, nel nostro paese le donne guadagnano ancora il 5,5% in meno rispetto agli uomini, se c’è una legge che regola la rappresentanza di genere (max 60% di un genere rispetto all’altro) vuol dire che anche in politica la discriminazione è più che mai presente: non nel Partito Comunista”.
“Il 52,5% delle capolista al plurinominale su base nazionale, compreso il collegio di Latina – si legge nella nota -, è di donne, lavoratrici, operaie e precarie della scuola come Vanessa Simei candidata alla camera, lavoratrice del terzo settore nel campo dell’assistenza alla persona. Candidata all’uninominale sempre alla camera è Paola Bucciarelli insegnante precaria. Due donne anche al senato, all’uninominale Sonia Muzzi, operatrice in un agriturismo, e capolista al plurinominale Donatella Proietti disoccupata. Non sappiamo se a livello elettorale la nostra scelta sarà percepita come qualcosa di differente ma non è questo il nostro problema, riteniamo che le idee che si professano vadano portate avanti coerentemente e questa coerenza ci ha dato i primi risultati: una raccolta firme inaspettata che ci ha dato la possibilità di ripresentare la falce e martello dopo dodici anni alle elezioni politiche e l’apertura di decine di sezioni in tutta Italia, tre in provincia di Latina”.