Sono accusati di lesioni personali aggravate, esplosioni pericolose e porto di armi o oggetti atti ad offendere i quattro giovani di Terracina denunciati dai carabinieri della locale Compagnia per il ferimento, sabato scorso, dell’indiano 40enne colpito con pallini esplosi da un fucile da softair. Si tratta di tre 18enni, tra cui una ragazza, e un minorenne di 17 anni, tutti di Terracina. Le indagini svolte dai militari, diretti dal capitano Margherita Anzini, sono partite dalle immagine catturate dalle telecamere nelle vicinanze della zona in cui è avvenuto l’episodio, all’ingresso della città, in via Pontina all’altezza del bivio di via Badino Vecchia. Immagini, purtroppo non di ottima qualità, ma che hanno comunque consentito di effettuare una scrematura delle auto sospette. Gli spari contro l’indiano erano stati esplosi da una Matiz Chevrolet che viaggiava in direzione Sud, come l’indiano in bici diretto in città. Il materiale raccolto e selezionato è stato affidato al Reparto investigazioni scientifiche di Roma – sezione audio e video – dove è stata individuata l’auto esatta. Alle indagini tecniche, i carabinieri della stazione e del Norm della Compagnia di Terracina hanno affiancato investigazioni tradizionali consentendo così di chiudere il cerchio attorno ai quattro ragazzi, tre dei quali con precedenti che vanno da reati contro il patrimonio, a lesioni, rapina ed estorsione. Ma le indagini non sono ancora concluse, ha precisato oggi in conferenza stampa il capitano Anzini a cui è andato il plauso, esteso anche ai suoi uomini, del tenente colonnello Pietro Dimiccoli, del comando provinciale, per aver risolto il caso in pochi giorni. “Speriamo che episodi di questo genere che hanno riguardato il territorio pontino finiscano qui”, ha aggiunto Dimiccoli in riferimento ai precedenti avvenuti a Latina e ad Aprilia con l’individuazione da parte dell’Arma dei presunti responsabili.
“Desidero esprimere grande apprezzamento e ringrazio il Capitano Anzini e i Carabinieri di Terracina – ha fatto sapere il sindaco Nicola Procaccini attraverso una nota stampa – per aver saputo dare un nome ai vigliacchi che si sono divertiti a fare il tiro al bersaglio con un lavoratore indiano. A prescindere dalle motivazioni del gesto, che forse verranno chiarite nelle prossime ore, non posso non sottolineare l’abisso di dignità che esiste tra un lavoratore che di domenica sera torna in bicicletta dai campi dove ha faticato tutto il giorno e questi quattro ragazzetti annoiati che si divertono a sparargli contro dei piombini. Magari sono proprio tra quelli che si lamentano perché non c’è lavoro e scaricano le responsabilità di ogni cosa su tutti tranne che su loro stessi. Piuttosto che in galera, andrebbero mandati a lavorare nei campi per fargli comprendere quanto grande sia il sacrificio di chi svolge un’attività del genere. Terracina rimane una città accogliente che esige legalità e rispetto reciproco e che non cede a tentazioni di scadimento della civiltà provocate da atteggiamenti di bullismo, da qualunque parte provengano”.
“La pronta indagine dei carabinieri di Terracina che ha portato alla rapida identificazione dei quattro autori che hanno sparato con un fucile ad aria compressa a un regolare lavoratore sikh deve essere il segno che i gesti di intolleranza e violenza sono duramente perseguiti. Va interrotta quella spirale d’odio e di emulazione che si sta pericolosamente diffondendo nel nostro Paese nei confronti di immigrati che vivono e lavorano, spesso legalmente, come in questo caso. Un uomo, il quarantenne indiano vittima del gesto, fortemente impegnato sul territorio per la lotta al caporalato e per l’affermazione dei diritti dei lavoratori stranieri troppo spesso sfruttati. Mi auguro che tutte le istituzioni locali, il prefetto e la magistratura facciano quanto nelle loro possibilità per affermare la legalità, difendere i diritti di tutti i lavoratori e combattere ogni forma di violenza e xenofobia nell’interesse del territorio pontino, degli imprenditori locali e dei suoi cittadini che non possono essere identificati con atti simili”, questo il commento di Monica Cirinnà, parlamentare del Pd.