Un muro nel cuore di Latina. E’ stato eretto davanti all’ingresso della vecchia sede del mercato coperto, per impedire ai clochard di dormire sotto il portico. Il “buco” prima era stato occupato, allo stesso scopo, con dei grossi vasi e ora è stato chiuso con un pannello di truciolato. Forse a breve il legno compresso sarà sostituito da una vetrata come preannunciato qualche mese fa nel corso di una commissione consiliare. Ma al momento la situazione è questa: ingresso sigillato con un pannello. I senzatetto se vogliono possono bussare al dormitorio gestito dalla coop Tre Fontane, se non vogliono – come accaduto in passato – andranno da altra parte e non certo in pieno centro dove la situazione di degrado resta sotto gli occhi di tutti.
La soluzione non è piaciuta a Sergio Sciaudone, attuale segretario comunale del Partito Comunista, da sempre attivista nel sociale: “Pazzesco! L’assessore Patrizia Ciccarelli e il sindaco Damiano Coletta sono i Trump de noantri: il presidente degli Stati Uniti contro gli immigrati, i ‘nostri’ contro i poveri. Cozza contro questo muro l’accoglienza firmata Latina Bene Comune: i poveri che occupavano attualmente quello spazio erano africani. Le belle parole e la propaganda messa in piedi in questi anni dall’amministrazione s’infranta contro il muro di legno e fa il paio con lo sgombero delle baracche effettuato negli ultimi due anni”.
Le parole di Sciaudone pronunciate proprio oggi, giornata dell’iniziativa “Il Natale di tutti” con il pranzo sociale al dormitorio di Latina, ma anche giornata in cui si è notato il nuovo muro di via don Morosini, offrono alcuni spunti di riflessione.
Sciaudone parla di “africani” quali “inquilini” di fatto sfrattati con il muro. Ma i senzatetto che dormivano nell’ex sede del mercato coperto non erano romeni? Erano, appunto. Sciaudone, che ben conosce l’estrema povertà del capoluogo pontino, ha riferito che è in atto una guerra dei senza fissa dimora: i romeni sono stati sloggiati da africani che oggi a loro volta hanno ricevuto l’avviso di sfratto dall’amministrazione comunale.
Un muro, una soluzione o una sconfitta? Si dirà: il portico del vecchio mercato di via don Morosini è stato tamponato soltanto quando si è data un’alternativa (il dormitorio) agli “inquilini”. Dunque, una soluzione di tipo umanitario. Ecco, per chi la pensa come Sergio Sciaudone, trattasi invece di “imposizione”: se il servizio del dormitorio fosse stato predisposto per tempo e non con un bando dell’ultima ora, gli addetti ai lavori avrebbero potuto effettuare quelle azioni di persuasione verso quegli “inquilini” più restii ad abbandonare la strada. Dunque, un muro equivale ad una sconfitta.