Nei giorni scorsi i Finanzieri del Comando Provinciale Latina hanno dato attuazione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari reali nei confronti degli amministratori di fatto e di diritto di una società di capitali operante nel settore della macellazione e del commercio all’ingrosso di carni.
Il sequestro cautelare è stato disposto dal G.I.P. di Latina a seguito di indagini condotte dal Gruppo della Guardia di finanza di Latina e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, avviate all’esito di una verifica fiscale eseguita che ha consentito di ricostruire una base imponibile sottratta a tassazione per oltre 16,5 milioni di euro. Le investigazioni, secondo l’ormai consolidato approccio trasversale del Corpo, hanno richiesto l’esecuzione, oltre che di riscontri contabili nell’ambito delle tradizionali ispezioni tributarie, di mirate indagini di polizia giudiziaria e investigazioni economico-finanziarie, che hanno consentito di ipotizzare la commissione di una frode fiscale da parte di tre soggetti di origine romana. Questi ultimo, operando senza presentare alcuna dichiarazione dei redditi e sottraendo al fisco materia imponibili per più di 16 milioni di euro, avrebbero negli anni accumulato un consistente indebito vantaggio tributario pari a 3.170.000 euro: occultando e/o distruggendo le scritture contabili ed i documenti di cui è obbligatoria la conservazione, nel
tentativo di impedire agli organi di controllo la ricostruzione effettiva del reale volume d’affari conseguito dall’impresa e la correlata quantificazione delle somme da versare allo Stato, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell’I.V.A.; effettuando una serie di operazioni economiche a danno della stessa società fino al punto di portarla a totale decozione, e quindi al fallimento, con conseguente svantaggio sia dei creditori che dell’Erario.
Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, dott. Mario La Rosa, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dott. Giuseppe Miliano, ha disposto nei confronti degli indagati il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretto e nella forma per “equivalente”, di denaro e beni pari al valore dell’imposta evasa. Disponibilità finanziarie, quote societarie (di ben n. 07 società di capitali riconducibili agli indagati) beni immobili e mobili registrati rientrano tra i beni attinti dal citato decreto di sequestro preventivo emesso.
Le Fiamme Gialle – ferma restando la presunzione di innocenza sino alla definizione dell’iter processuale hanno denunciato i tre soggetti per le ipotesi di reato di cui agli art. 5 (omessa dichiarazione dei redditi) e 10 (occultamento o distruzione della documentazione contabile obbligatoria) del D.lgs. n. 74/2000, nonché per il reato di bancarotta fraudolenta.
L’operazione, che mira al recupero effettivo alle casse dello Stato delle somme illecitamente non dichiarate, conferma la grande attenzione della Guardia di finanza al contrasto delle più perniciose forme evasive, contribuendo a preservare la leale concorrenza tra le imprese e a promuovere prospettive di crescita sane del mercato del lavoro e della produzione, a tutela delle libertà economiche di tutti i cittadini e gli imprenditori.