Un altro arresto della Squadra Mobile di Roma, nell’ambito dell’accoltellamento mortale di Leonardo Muratovic, il pugile di Aprilia ucciso davanti al locale Bodeguita, sul lungomare di Anzio. Ad essere raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare H.A.O., tunisino nato e cresciuto ad Aprilia, luogo in cui risiede, già noto alle forze dell’ordine per reati di lesioni personali e violazione della legge sugli stupefacenti.
E’ accusato di aver preso parte all’accoltellamento del pugile unitamente ad i fratelli E.D., Adam (classe 2001, pregiudicato per tentato omicidio, ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco) e Ahmed (classe 1996, pregiudicato per porto di oggetti atti ad offendere), già sottoposti, prima a provvedimento di Fermo di indiziato di delitto da parte della Procura di Velletri, convalidato dal GIP di Roma e poi a misura cautelare in carcere da parte del GIP di Velletri.
I 3 soggetti di origini maghrebine, ma di nascita italiana, sono gravemente indiziati di aver aggredito con pugni e schiaffi la vittima, per poi colpirlo con armi da taglio al petto ed al fianco, causandone la morte.
In particolare è stato lo stesso E.D. Ahmed a confessare di aver sferrato la coltellata al petto che, ha provocato il decesso della vittima, mentre il fratello Adam e l’amico detto “Suzu” sono stati sempre presenti e partecipi sin dall’inizio delle prime minacce proferite alla vittima (evidentemente figlie di pregressi attriti), tanto che il trio viene ripreso pure successivamente da una telecamera del Comune di Anzio presente in zona, mentre fuggono insieme.
Fondamentali sono risultate alcune testimonianze, seppur poco chiare e contraddittorie, ma univoche nell’indicare la partecipazione dei tre alle fasi dell’accoltellamento. Nessuno però è riuscito ad indicare gli autori delle due coltellate, presumibilmente, anche secondo i riscontri autoptici, inferte da due coltelli diversi e di conseguenza da due persone differenti.