Nuova intimidazione nei confronti del presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, Emiliano Ciotti.
Venerdì sera, 12 luglio, mentre era impegnato nella presentazione del suo libro: “Le Marocchinate, cronaca di uno stupro annunciato”, sul palco della manifestazione “Diamo voce agli autori locali” a Castelforte, qualcuno ha cosparso di olio una delle ruote della sua vettura e hanno tentato di appiccare il fuoco utilizzando del combustibile solido a base di kerosene.
Fortunatamente l’attentato non è riuscito e i malintenzionati alla fine si sono dileguati. Ad accorgersi del gesto gesto è stato proprio Ciotti, quando è andato a riprendere l’autovettura per tornare a casa.
“Sono stato alla questura di Latina – ha detto Ciotti – e ho presentato regolare denuncia dell’accaduto. Sono molto dispiaciuto per quanto è successo, poiché un isolato personaggio ha tentato di rovinare una bella serata di dibattito e cultura. Ringrazio per l’ospitalità il sindaco Giancarlo Cardillo, l’amministrazione comunale di Castelforte e il Sistema bibliotecario del sud pontino.
Questo ennesimo atto scellerato non ci ferma – ha spiegato Ciotti – proseguiamo nella nostra opera di informazione sulla vergogna delle marocchinate, stupri di guerra compiuti ai danni delle donne italiane nel 1943-1944”.
Nel luglio del 2018 la procura militare di Roma ha aperto un’inchiesta sulle “marocchinate”, gli stupri spesso di gruppo, su donne e bambini perpetrati dai soldati africani (truppe regolari dell’esercito francese), durante la seconda guerra mondiale. Una piaga che hanno subìto i paesi dei monti Lepini e Lenola, in provincia di Latina. Oltre ovviamente alle città della Campania, di Frosinone e poi della Toscana. Una scia di sangue e dolore impresso ancora oggi, dopo più di 70 anni, nelle comunità colpite.
La decisione era arrivata dopo l’esposto presentato da Ciotti, presidente dell’associazione “Vittime marocchinate di Goumiers”, una onlus di Sabaudia, assistito in questa battaglia dall’avvocato Luciano Randazzo.
Tantissime sono le testimonianze delle violenze sessuali e tante le denunce (anche se solo un terzo si stima degli episodi avvenuti, perché in molti hanno preferito non esporsi per non restare seganti per sempre). Però per quei fatti nessuno è mai stato perseguito, né tanto meno condannato. Sono crimini contro l’umanità e la possibilità ora è quella di contestare i gravi fatti ai soldati superstiti.
Non è la prima volta che Ciotti subisce minacce. Già nel febbraio e nell’aprile scorsi rinvenne scritte minacciose sulla sua autovettura: “Leghisti, razzisti, bastardi: dovete morire impiccati tu, Salvini, Zicchieri e Tripodi! Fate attenzione a quello che fate! Evviva gli immigrati e i musulmani!”, questo il contenuto del messaggio.
Nelle vicinanze della sua abitazione venne trovata anche una busta, contenente una cartuccia a salve, e un altro foglio di minacce scritto in francese, venne recapitata al suo posto di lavoro.