Continua a far discutere la sentenza di primo grado con la quale il giudice civile del Tribunale di Roma, Corrado Cartoni, ha riconosciuto il ristoro integrale dei comuni nuclearizzati, escluso tuttavia il Comune di Latina per non aver preso parte a suo tempo al contenzioso. L’allora commissario Nardone infatti non aderì al procedimento promosso invece dagli altri comuni. Sulla questione è intervenuta anche Simona Mulè, giovane esponente locale del Unione di centro.
“La notizia dell’esclusione di Latina dalla ripetizione della maggior parte del ristoro relativo ai comuni con servitù nucleari – afferma Mulè – lascia sgomenti. Proprio il nostro Comune, che fu il promotore dell’Ancin cioè dell’associazione dei comuni italiani nuclearizzati che chiedevano ristoro, è stata privato dei suoi diritti dopo aver scontato per decenni i danni di un insopportabile vincolo”.
“Oltre provocare ulteriore delusione per la stagione dei commissariamenti – prosegue la Mulè –, la mancata adesione del Comune all’iniziativa processuale, dopo essere stata la nostra città il propulsore dell’Ancin, appare un atto incomprensibile. In ogni caso, non può essere la nostra comunità a pagare un prezzo così alto per l’impasse dell’amministrazione, di cui i cittadini non hanno colpa”.
“Oggi – aggiunge Mulè – occorre che tutte le forze, dalle istituzioni alla politica passando per la società civile, facciano fronte comune per garantire il ristoro integrale della nostra città, ristoro grazie al quale potremmo iniziare la riqualificazione del nostro territorio a partire proprio da Sabotino e dalla marina. Per parte mia – conclude la giovane dell’Udc pontina – avrò cura di sottoporre la questione direttamente al ministro dell’ambiente Galletti, esponente del mio stesso partito e che inviterò a Latina, affinché Governo e Comune possano trovare insieme una soluzione che tenga conto dei diritti del nostro territorio”.