Il Comune di Latina non pagherà a Metrolatina spa i 32 milioni di euro di risarcimento richiesti per la mancata realizzazione dell’opera. L’amministrazione comunale, assistita dagli avvocati Francesco Cavalcanti e Francesco Di Leginio, ha ottenuto ragione dal Tribunale civile di Roma.
Il nodo sta tutto nell’impegno che non è mai stato assunto dalla Regione a coprire una parte dei costi della gestione della metropolitana leggera, o meglio tramvia. Secondo la società il Comune, nella convenzione stipulata, si sarebbe impegnato a coprire i costi anche qualora la Regione non avesse mantenuto l’impegno di spesa. Il prezzo del biglietto infatti non garantisce la copertura né un guadagno per l’azienda che avrebbe realizzato il mega progetto che avrebbe collegato il capoluogo con la stazione di Latina Scalo e con i quartieri Q4 e Q5.
Il Comune di Latina ha replicato invece, e questo punto è stato accolto dal Tribunale, di non aver mai assunto alcun impegno contabile, ovvero di aver assunto soltanto l’obbligo di trasferire il contributo una volta messo a disposizione della Regione. Nel caso di specie, dice il Tribunale: “né nella Convenzione né nel corpo di ogni altro atto presupposto e successivo alla stessa è contenuto alcun impegno di spesa da parte del Comune di Latina rispetto al progetto oggetto del procedimento: nessun onere finanziario è stato annotato negli strumenti contabili dell’Ente Locale”.
L’impegno, era allora sindaco Vincenzo Zaccheo – fu preso con la convenzione firmata con la società, ma non fu comunque prevista copertura in bilancio. Il progetto partì e furono anche realizzati alcuni vagoni, ora abbandonati in un garage in Francia, che il Comune ha già pagato per 4 milioni di euro. Poi collassò “in seguito – scrivono i giudici Pedrelli, Basile e Garrisi, ripercorrendo la vicenda – allo scioglimento del consiglio comunale”. Fu allora che “emersero varie criticità nel progetto”.
Un successo, quello del Comune di Latina, che si è liberato – almeno per il momento – di una spada di Damocle che pendeva sulla testa di tutti i cittadini. La società potrà ovviamente presentare ricorso in Appello, ma questo è un primo passo verso la risoluzione della questione, almeno in ambito civile.
Sull’annosa vicenda è ancora in corso il processo penale a carico tra gli altri proprio dell’ex primo cittadino Vincenzo Zaccheo. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata e falso.