Il Museo Archeologico di Sperlonga dimenticato dal Polo Museale del Lazio. Il delegato ai beni culturali e paesaggistici del Comune di Sperlonga, Stefano D’Arcangelo, denuncia la totale assenza dell’Ente ministeriale.
“Non è certo grazie al sostegno del Polo Museale del Lazio, di cui il museo di Sperlonga è parte integrante – osserva D’Arcangelo – che il sito archeologico della Villa di Tiberio ha registrato 50mila visitatori nel 2017 (non ancora concluso) proiettandolo al primo posto in provincia di Latina per numero di visitatori. L’assenza di iniziative e di partecipazione ai festeggiamenti del 60° degli scavi archeologici confermano una disattenzione ingiusta e inaccettabile. Il nostro museo ha bisogno, oggi più che mai, di essere ristrutturato e di adeguare i propri servizi essenziali; a partire dai servizi igienico-sanitari a quelli più elementari riguardanti l’accoglienza e l’informazione, oggi praticamente insufficienti o inesistenti. Infatti a tutt’oggi non è stato prodotto alcun catalogo dei reperti archeologi degno di tale nome, non ci sono guide né tantomeno semplici brochure da lasciare ai turisti ed agli studenti visitatori del museo. Gli stessi pannelli descrittivi delle opere espose sono ormai desueti e non più rispondenti alle direttive europee. Insomma, in questo scenario, senza interventi seri da parte del Ministero, rischiamo una vera e propria “crisi di crescita” del museo. Non possiamo più attendere le lungaggini burocratiche ministeriali e i buoni propositi, pur espressi solennemente nei mesi scorsi dalla dirigente del Polo Museale. Per questo ribadiamo l’esigenza e l’urgenza di mettere in campo fin da ora un piano di interventi integrati sia sulla struttura museale sia per servizi tecnologici nonché adeguate azioni di promozione e valorizzazione per le quali siamo pronti a fare la nostra parte, tenendo bene in mente che il 2018 sarà l’Anno Europeo dei Beni Culturali così dichiarato formalmente dal Consiglio dell’Unione Europea. La notorietà e l’immagine di Sperlonga in ambito nazionale e internazionale hanno costituito un traino formidabile per i visitatori del Museo. Ma questo non può durare a lungo se il Polo Museale del Lazio continua a non interessarsene”.