Non si placa il battibecco tra Partito democratico e Lega a Latina. Certo il momento è topico, Coletta sembra perdere colpi (e assessori), ma è salvo proprio grazie al Pd, che ha spiegato che non voterà una mozione di sfiducia contro questa amministrazione.
La Lega invece vorrebbe, eccome, arrivare ad elezioni anticipate, sfruttando la corrente del momento che vede il partito in crescita in una salita vertiginosa. Claudio Moscardelli, segretario provinciale del Pd, però continua il suo attacco.
“La Lega Nord a dire del duo Adinolfi-Censi sta con il popolo. – Parte riportando una loro dichiarazione – Adinolfi usa subito l’armamentario di propaganda della Lega Nord: lancia accuse sul rinchiudersi nei Palazzi della politica e in quelli della finanza. Si riempie la bocca a casaccio di parole che proprio ieri apparivano grottesche.
Salvini, il capo della Lega Nord che ieri bruciava il tricolore e apostrofava i terroni del sud e oggi indossa la felpa del nazionalista patriota, stava in Usa, in silenzio ossequioso, nel Palazzo della politica mentre Trump attaccava Draghi, accusato dal presidente Usa di aver dichiarato che la Banca centrale europea (di cui è presidente, ndr), sarebbe intervenuta con ogni mezzo per sostenere i Paesi europei, quindi prima di tutto l’Italia, tagliando i tassi d’interesse e proseguendo l’acquisto di Titoli di Stato (Quantitative Easing) per dare stabilità e difenderci da attacchi speculativi”.
Concetti economici complicati: Salvini comunque non avrebbe fatto cenno a questo conflitto tra Stati Uniti e Unione europea con Trump, che ha accusato Draghi di dare un ingiustificato vantaggio commerciale all’Eurozona indebolendo la moneta unica e rendendo così più competitivi i prodotti europei.
“Altro intervento della Lega Nord è stato ieri – ha poi tuonato Moscardelli – è stato quello di togliere risorse al Mezzogiorno, tra le urla dell’ignara ministro grillino Barbara Lezzi. La Lega Nord ha presentato un emendamento, approvato in commissione bilancio, con parere favorevole del viceministro dell’economia, la grillina Castelli, per trasferire la gestione dei fondi europei per lo sviluppo destinati al Mezzogiorno dal ministero per il Mezzogiorno alle Regioni. Complimenti ad Adinolfi per il tempismo nelle citazioni”.
Poi Moscardelli passa a parlare di Latina: “I leghisti nostrani, tutti reduci dalla fallimentare e disastrosa amministrazione del Comune di Latina fino a tre anni fa, responsabili di uno scempio amministrativo senza precedenti, oggi indossano la felpa da pubblici ministeri del buon governo in nome del popolo. Roba – non le manda a dire – da interdizione perpetua. Latina vi ha visto all’opera”.