Sabaudia questa mattina si è svegliata con la perdita di uno dei suoi figli più illustri: il generale Salvatore Armando Bellassai, due volte sindaco, si è spento in nottata presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina all’età di 87 anni. Un uomo tutto d’un pezzo che ha saputo coniugare il suo essere militare, reduce di una brillante carriera nell’Esercito Italiano, con la vita politica della città. Un passaggio che, nella bella Sabaudia, era coinciso con la cosiddetta svolta di Fiuggi. E così da uomo di destra era diventato nel 1995 uomo di governo, con il piglio del comando. Qualità che in politica non paga. La prima giunta del Generale, infatti, era caduta con lo sgambetto delle dimissioni in blocco della maggioranza. “Un tradimento”, disse. Si riprese la rivincita con una seconda rielezione alla carica di primo cittadino che riuscì a portare a termine per tutta la durata del mandato. Bellassai, nato a Tripoli il 7 agosto 1929, dopo l’esperienza in Comune aveva accettato l’incarico di commissario straordinario dell’Ente Parco nazionale del Circeo fino alla nomina del presidente arrivata nel 2007. I funerali si terranno dopodomani, 6 maggio, alle 15 nella chiesa Santissima Annunziata alla presenza di una rappresentanza della Contraerei.
La carriera militare
Bellassai, con il grado di colonnello, era stato comandante della Scuola Artiglieria Contraerei dal 1978 al 1980. Poi nominato rappresentante militare italiano nel Comitato direttivo Nato Hawk presso lo Stato Maggiore della Difesa a Roma, venne trasferito nel Ruolo unico delle varie armi, per essere promosso nel 1984 generale di brigata e nel 1987 generale di divisione a disposizione dello Sme – 4° Reparto per incarichi speciali. Sarà a Parigi per sei anni prima come vice direttore generale dell’ufficio di gestione Nato Hawk e poi come direttore generale dello stesso ufficio. Profugo dell’Africa Italiana (dichiarazione del Prefetto di Latina del 1978, ai sensi del decreto legge 104/1948), il generale Bellassai riceverà tre encomi semplici, la Croce d’Oro, Medaglia di Bronzo al merito di lungo comando, Medaglia Mauriziana, Croce di commendatore dell’Ordine al marito della Repubblica Italiana.