Morte di Satnam Singh, Renzo Lovato indagato da 5 anni per caporalato

di Federico Panariello

La notizia ha scosso l’Agro Pontino: come riporta il quotidiano LatinaOggi, Renzo Lovato, il papà di Antonello, l’uomo che ha abbandonato Satnam Singh davanti casa con un braccio amputato, è indagato nell’inchiesta Jamuna per caporalato da ben 5 anni. Il nome dell’inchiesta richiama un fiume indiano del Punjab, la regione da cui proviene la maggior parte dei braccianti sfruttati in questa zona d’Italia.

Quando Renzo Lovato ha dichiarato alle reti nazionali, che l’incidente era dovuto a una leggerezza del lavoratore, sapeva di cosa parlava. Infatti, assieme a lui, altri 14 imprenditori di Terracina, San Felice Circeo e Sabaudia hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini a luglio 2023, iniziate nell’ormai lontano 2019. Ora, il gup di Latina deve fissare la data dell’udienza.

L’azienda di Strada del Passo

Gli atti dell’inchiesta sono chiari: “Assumevano e comunque impiegavano manodopera mediante l’attività di intermediazione di Uttam Paul, sottoponendo i lavoratori (in numero imprecisato ma non inferiore a sei) a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno attraverso la reiterata corresponsione di retribuzioni a cottimo con importi inferiori ai minimi contrattuali…”. Inoltre, è contestata la «reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro (8 ore di lavoro anziché 6 senza corresponsione di straordinari), violazione delle norme in materia di sicurezza… sottoposizione dei lavoratori a condizioni di lavoro ed a situazioni alloggiative degradanti… in Sabaudia da novembre 2019 a maggio 2020”.

L’inchiesta coinvolge anche Massimo Varelli, socio della Agrilovato Società Cooperativa Agricola, che insieme a Lovato si serviva di Uttam Paul per la “fornitura” dei lavoratori sfruttati. Le ispezioni hanno rivelato gravi carenze igieniche nei locali aziendali, tra cui l’assenza di bagni, luoghi per il cambio dei vestiti, docce e rubinetti d’acqua, e di spazi idonei per la consumazione dei pasti.

La situazione per i lavoratori era drammatica: costretti a lavorare anche sotto la pioggia, trasportati sul luogo di lavoro in sovrannumero su veicoli spesso malandati e alloggiati in strutture fatiscenti, dietro un compenso economico di 100-110 euro al mese. La notizia dell’esistenza di questo procedimento, anticipata ieri sera dal TgLa7, è solo l’ultima prova di un sistema diffuso e impunito di caporalato nell’agro pontino.

La vicenda di Renzo Lovato e degli altri imprenditori coinvolti nell’inchiesta Jamuna non è un caso isolato, ma evidenzia una problematica strutturale che richiede interventi urgenti da parte delle autorità per garantire dignità e giustizia ai lavoratori agricoli sfruttati.