Gli delle indagini sulle infiltrazioni mafiose nel Comune di Aprilia entrano ufficialmente nel procedimento sulle assegnazioni dei chioschi sul lungomare di Latina. Nell’udienza di ieri mattina di fronte al Gup del Tribunale di Roma, i pm della Dda Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, hanno depositato tutti i documenti relativi all’indagine che ha scosso l’amministrazione comunale di Aprilia. Un integrazione degli atti dunque, che comprende alcune intercettazioni che provano le modalità mafiose con cui Alessandro Zof, insieme al padre Maurizio e al fratello Fabio, agivano per minacciare chiunque volesse intromettersi nella corsa alle assegnazione dei chioschi sul “tratto b” del lungomare di Latina.
Intimidazioni e minacce facendosi forza dell’appartenenza all’associazione a delinquere a cui facevano capo Salvatore e Angelo Travali. Una vicenda che, per l’appunto, trova ulteriore riscontro nell’inchiesta assedio di Aprilia. I fratelli Zof infatti, per anni gestori del chiosco “Topo Beach”, dopo essersi recati in uno dei chioschi avevano intimato al proprietario di preparare una cena per dieci persone che non avrebbero mai pagato. Una atto di prepotenza, quello nei confronti del neo gestore, che aveva deciso così di chiedere aiuto a Marco Antolini, appartenente al clan apriliano di Patrizio Forniti, affinché intervenisse per porre fine a questa situazione. “Si sono mosse delle persone di Aprilia, il primo chiosco te lo fanno arrivare a Ponza”, questa solamente una delle frasi usata per risolvere la questione.
Gli atti ora sono stati acquisiti mentre l’udienza è stata rinviata al prossimo 10 dicembre, dati in cui interverranno prima i pubblici ministeri, e poi i legali della difesa.