E’ venuta per riprendersi la città. La sua città, come la definisce. La città della destra, lasciata in mano a “un sindaco apparentemente civico, ma che poi si è rivelato di estrema sinistra” dice Calandrini, presentando Giorgia Meloni, candidata a Latina, al collegio uninominale della Camera, mentre lui, l’ex candidato sindaco, si presenta al Senato nel listino del sistema proporzionale, “e con già la vittoria in tasca”, sottolinea l’onorevole di rimando. Uno scambio di cortesie tra i due che non sfugge. E la Meloni, venuta a Latina per aprire la campagna elettorale e da qui ripartire, rincara la dose: “Aver perso Latina dopo tanti anni è stato un colpo che non avremmo voluto subire. E vogliamo riportare a casa un luogo simbolo”. Dopo di che elenca tutte le problematiche che questa città presenta e che ogni candidato sicuramente dirà nel momento in cui gli chiederanno… che vuoi fare per questa città? E infatti. Al primo posto c’è l’ospedale con la sua utenza di un milione di persone circa. Il pronto soccorso da risistemare. Il Tribunale. Il collegamento viario. Insomma cose che noi latinensi conosciamo bene e che “sopportiamo” ogni giorno. Ma l’onorevole è chiara e sicura quando dice: “Io intendo sistemare Latina non da membro del Governo, ma da Presidente del Consiglio, perché, dice, è arrivato il momento di una donna a Palazzo Chigi”.
E sul piano nazionale? “ Noi guardiamo alla nuova generazione con molta attenzione. Vogliamo una formazione più competitiva. E poter uscire dalla scuola prima”.
Ce ne è anche per la legge Fornero. “ Noi siamo per la riforma dell’intero sistema pensionistico, e non di una parte sola”.
Un piccolo cenno al rapporto deficit-Pil e sul suo sforamento, e poi si parte con le carceri e il sistema carcerario. “ La sinistra ha adeguato il codice penale alla capacità delle carceri”, per cui, spiega lei a un pubblico attento, fanno sconti di pena per carenza di posti. “Io dico invece che la galera te la devi fare”. Non c’è posto? Costruisci le altre carceri e gli stranieri li rimandi al paese loro. Ce n’è anche per i fatti di Macerata. “ Noi siamo per i nostri interessi, gli interessi nazionali”. E qui cita Renzi, Marchionne e i braccialetti di Bezos, proprietario di Amazon e rivolge un invito al pubblico… non comprate su Amazon ma andate nei negozi. Sull’immigrazione parla di blocco navale dalla Libia, voce grossa con l’Europa e …di tutti a casa dei clandestini. Gli applausi non mancano.
Il capolavoro dialettico si compie quando parla dei mercati: “Da ieri abbiamo lanciato una campagna. Vogliamo conoscere quello che vogliono i mercati, non quelli finanziari però, aggiunge in maniera ironica e facendo sorridere tutti, ma quelli rionali”, non quelli della Borsa, insomma, ma quelli che stanno sotto casa. Perché “noi vogliamo fare gli interessi delle persone comuni”.
Bisogna terminare, perché il mercato delle erbe di Latina, sta quasi per chiudere e occorre far presto. Un’ ultima battuta sulle candidature: “Noi – dice – non abbiamo messo in lista le figurine, come ha fatto il Movimento 5 stelle. Noi abbiamo valorizzato il territorio e messo in lista i referenti di tutte le province. Voi a Latina avete quindi Calandrini”. E saremo compatti anche contro il probabile governo dell’ “inciucio”. Tanto che tutti i candidati si ritroveranno a Roma il 18 febbraio per promettere che nessuno voterà quel tipo di governo se verrà proposto. Si, ma lo dovete sottoscrivere, suggerisce qualcuno dalla sala, memore che non sempre le cose vanno come si vorrebbe che vadano.