Una disamina sulla politica nazionale e un’analisi interna al Partito democratico che sia la base dalla quale ripartire. Di questo si è parlato ieri sera, al parco Falcone – Borsellino, con Maria Elena Boschi, durante la prima serata della festa dell’Unità, a Latina.
Prima di partire il segretario provinciale Claudio Moscardelli ha chiesto un minuto di silenzio per il carabiniere ucciso a Roma da un ragazzo degli Stati Uniti, e per le oltre 100 persone morte in mare davanti le coste libiche.
Il discorso entra nel vivo sul governo giallo-verde e le continue crisi al suo interno che non portano mai però ad una rottura. “E’ una grande distrazione di massa – ha detto l’ex ministro – davanti al siparietto di ogni giorno ci dimentichiamo dei problemi che questo governo non sta affrontando. Non so quanto questo possa andare avanti, perché il Paese è bloccato. E poi hanno un collante eccezionale che è quello delle poltrone”.
Lega e Movimento 5 stelle si fanno poi da alibi a vicenda: “Per Salvini per tutto quello che non va, che non si riesce ad attuare, è colpa del M5s, e per i pentastellati è allo stesso tempo facile attribuire le responsabilità dei fallimenti a Salvini. Il M5s finge di avere posizioni diverse dalla Lega sui social, come in materia di immigrazione, ma poi ha votato entrambi i decreti sicurezza”.
I sondaggi però continuano a premiare il governo. “Premiano la Lega. In realtà il M5s ha perso in un anno 6 milioni di voti. Molti di questi elettori delusi si riconoscono più nella Lega che nel M5s. Il legame tra i due partiti è radicato, nei primi anni della Lega nord, vicino a Bossi c’era Caseleggio padre. Poi bisogna riconoscere che Salvini convince gli italiani. Ha saputo sfruttare i social e le nuove tecnologie. Ha saputo ripresentarsi come forza nuova, anche se non lo è assolutamente”.
“Per una forza politica seria, in un momento in cui il problema più grande percepito dagli italiani sono i politici e la corruzione, è difficile trovare larghi consensi. Quando ha sempre cercato di dire la verità anche su questioni scomode. Abbiamo detto che era impossibile bloccare Tav e Tap, e dopo un anno anche i partiti che la contrastavano e hanno trovato così consensi, hanno fatto un passo indietro. Vuol dire che o erano in malafede, come penso, oppure sono incompetenti”.
“Il Pd ha comunque avuto una obiettiva capacità di comunicare con i social e ha una conflittualità interna che non gli permette di crescere. Oltre a questo serve una leadership forte”.
La deputata ha affrontato un tema che divide: “Non sono d’accordo con un patto con il M5s. Neanche con un governo con i 5 Stelle. Non c’è vicinanza nei valori, né sull’Europa, né sull’immigrazione, e neanche sulle politiche sul lavoro e economiche”.
Proprio il lavoro e la riduzione fiscale (con una ricetta completamente diversa da flat tax e condoni), e poi l’educazione e la scuola, sono le basi da cui ripartire. “E’ una sfida culturale”.