Tommaso Malandruccolo, ex consigliere comunale del Partito Democratico a Latina, lancia la sua personale proposta, dopo un analisi condotta su giovani e periferie, nel corso del suo incarico. Emergono deficit nella carenza di opportunità e di modelli di riferimento e Malandruccolo propone due progetti per la risoluzione. La realizzazione di un’area polivalente con sala prove in ogni borgo e la realizzazione, presso il complesso di edilizia pubblica denominato “Le Vele” in Q4, un corso per videomaker e un documentario sul quartiere.
Dice che: “Quando si parla di emergenze si considera sempre il termine nella sua accezione più stretta, rischiando di non considerare tali quelle situazioni ricorrenti irrisolte, e che si ripropongono all’attenzione pubblica solo quando si palesano in forma eclatante, generando opinione. Una di queste emergenze latenti è la condizione dei giovani che vivono le periferie, siano esse i borghi o quelle che io definisco “verticali”, condominiali, agglomeranti. Tuttavia questa opinione e suddivisione non gode di un giudizio obiettivo ed unanime, perché viene valutata a seconda delle esperienze e della cultura dell’osservatore, prima ancora della sua sensibilità. C’è la tendenza, difatti, di considerare il disagio e la devianza giovanile, così come la sua prevenzione e contrasto, quale fenomeno universale. Questo rappresenta un vulnus nell’analisi sociale del territorio, perché condiziona, non solo sotto il profilo della definizione semantica, i processi di intervento sotto la stessa definizione di “disagio”, uniformandoli. Saper leggere i bisogni, senza interpretare le dinamiche dei fattori correlati all’ambiente, sociale e fisico, appiattisce gli interventi, vanificandone spesso gli effetti. Su questa base è necessario assumere quindi la consapevolezza che il concetto di universo giovanile debba essere declinato al plurale, con risposte istituzionali dedicate ed obiettivi diversificati. Analizzare l’ambiente dal punto di vista semiotico e tradurlo in protocolli, sarebbe l’approccio prodromo di una prospettiva, non certo inedita, idonea a scongiurare già le eventualità in maniera predittiva, verso un obiettivo prosociale. Un protocollo specifico in tal senso non riguarderebbe più solo l’ambito delle politiche sociali, ma coinvolgerebbe tutti gli altri settori chiamati a rendere la città vivibile e socialmente coesa in maniera globale e sostenibile, iniziando dall’urbanistica. Nell’analisi delle periferie che avevo avviato durante il mio mandato da Consigliere Comunale, rilevando nei deficit della carenza di opportunità e di modelli di riferimento un denominatore comune, avevo proposto due progetti pilota. Nella commissione politiche giovani, più sistematico e strutturato, quello della realizzazione di un’area polivalente con sala prove (e non di registrazione) in ogni borgo, un intervento di carattere sociale attraverso la cultura, laddove opportunità e relazioni, sono più circoscritte. Nella commissione welfare, quello da realizzare, presso il complesso di edilizia pubblica denominato “Le Vele”, un corso per videomaker e un documentario sul quartiere, proprio nei luoghi ove è stato girato il discusso video rap da parte di alcuni giovani che inneggiavano ad elementi della malavita locale, in buona misura un’occasione per valorizzare quell’abilità quale punto accessibile per indirizzare su un binario positivo quelle vite a rischio. Sarà mia cura, nei prossimi giorni, far leva sulla sensibilità del Commissario Valente per avviare questi progetti votati in commissione, ma mai approdati in Consiglio Comunale, mettendomi altresì a disposizione per fornire il mio contributo in tema di periferie e disagio giovanile”.