In sala dal 25 febbraio, Lo chiamavano Jeeg Robot, opera prima di Gabriele Mainetti con un cast di attori che vede protagonisti Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli.
Realizzando un’opera che è una novità assoluta nel panorama del cinema italiano, Gabriele Mainetti porta in sala un’idea rischiosa che ha però meritatamente conquistato il pubblico, dimostrando come la novità sia sempre ben gradita nei nostri cinema.
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), ladruncolo di Tor Bella Monaca, entra inavvertitamente in contatto con una sostanza radioattiva che gli farà acquistare una forza sovrumana e cambierà la sua vita per sempre, portandolo ad incontrare Alessia (Ilenia Pastorelli), figlia di un suo socio con evidenti problemi psichici, e a scontrarsi con un piccolo boss criminale della zona chiamato “Lo Zingaro” (Luca Marinelli).
Proporre un film su di un supereroe avrebbe inevitabilmente fatto pensare a tutti ai film della Marvel e della DC, ma la pellicola di Mainetti non ha nulla a che fare con quello stile e neanche nulla da invidiare loro. Ambientando la storia nella quotidianità romana, e più nello specifico nella malavita romana, l’opera brilla sin dalle primissime scene di originalità, energia e ritmo, elementi che non mancano di catturare l’attenzione dello spettatore curioso di scoprire cos’ha di fronte. La risposta alla domanda non si fa attendere e ci si rende conto nel giro di breve che Lo chiamavano Jeeg Robot è un ottimo film del suo genere, che non scade mai nell’assurdo, tenendosi sempre in equilibrio su ciò che va mostrando e affermandosi come un magnifico prodotto cinematografico italiano, segno che puntare su queste “scommesse” può soddisfare tutti, compreso il mercato nazionale. Gabriele Mainetti alla regia porta avanti una narrazione dalle tinte pulp degne di Tarantino, con svolte impreviste e avvincenti, ben costruita e messa in scena e che procede senza problemi appassionando il grande pubblico. Merito anche della sceneggiatura di Nicola Guaglianone e Menotti, in grado di concepire situazioni e personaggi originali che non scadono nel cliché, ma riuscendo al contrario a farci percepire come nostri vicini questi ultimi a cui ci sentiamo inevitabilmente legati emotivamente. Splendido a tal proposito il lavoro svolto degli attori protagonisti. Claudio Santamaria è perfettamente calato nel ruolo, donando al proprio personaggio uno spessore e un evoluzione credibili e facendosi apprezzare dal primo all’ultimo istante. A tenergli testa c’è uno strabiliante Luca Marinelli qui alle prove con un ruolo riuscitissimo, portato avanti con coerenza e attenzione per l’intera durata del film, e che farebbe invidia a molti villain del cinema d’oltre oceano. La maggior parte delle scene memorabili hanno lui come protagonista, che conferma il suo grande talento camaleontico e magnetico dopo il successo di Non essere cattivo. Al film si sposa una colonna sonora insolita ma incredibilmente azzeccata, che trae a piene mani dalla musica italiana degli anni ’80, donando così un carattere iconico alle scene che si vedono accompagnate dalle canzoni di Anna Oxa, Loredana Bertè e Nada. E seppure nella seconda metà del film si avvertono alcuni segnali di “stanchezza”, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura, si arriva ai titoli di coda soddisfatti ed entusiasti per la frizzante novità italiana a cui si è assistito, che non ha deluso le aspettative e conferma la voglia di storie originali da parte del pubblico.
Lo chiamavano Jeeg Robot è presente nei cinema di Latina (Oxer, Corso Multisala), Formia (Del Mare Multisala), Aprilia (Multiplex Village Cinemas) e Gaeta (Cinema Teatro Ariston).