Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta della consigliera comunale Valentina Berti, gruppo Pd, sullo stato in cui versano le scuole di Terracina. Di seguito il testo
Spenti i riflettori della campagna elettorale dove le roboanti promesse del centrodestra hanno monopolizzato il dibattito politico, torniamo a vedere la nostra città, per quello che veramente è: il luogo dei mille problemi e delle poche soluzioni.
E’ ora di dire basta allo stato in cui versano le scuole di Terracina.
Non è possibile rimanere inerme di fronte ad una situazione in continuo peggioramento, nonostante le denunce che, da anni, facciamo.
È di fronte agli occhi di tutti: le scuole di Terracina stanno diventando un colabrodo! Strutture vecchie e fatiscenti e, nonostante io non ne abbia colpa alcuna, provo rabbia ed imbarazzo per l’amministrazione.
Mi sento, anche perché coinvolta in prima persona : dalla parte dei genitori che hanno fiducia nelle istituzioni sperando il meglio per i loro figli e che vengono invece traditi quotidianamente dall’amministrazione.
Per questo provo l’imbarazzo che invece dovrebbe avere l’assessore al bilancio che nel presentare il preventivo, non ha ritenuto opportuno prevedere un apposito capitolo con i fondi necessari alla manutenzione delle scuole giustificandosi dietro la mancanza di risorse; i fondi previsti non saranno in grado di coprire nemmeno l’ordinaria manutenzione.
Provo l’imbarazzo che dovrebbe avere l’assessore ai lavori pubblici che dovrà utilizzare le risorse previste per la somma urgenza per la sistemazione di quelle che eufemisticamente chiama buche, ma che invece sono veri e propri crateri nelle nostre strade: risorse che avremmo potuto e dovuto destinare alle nostre scuole.
Ed infine provo l’imbarazzo che dovrebbe avere il Sindaco, il resto della giunta e tutto il consiglio comunale: padri e madri che sembrano non avere alcun interesse a salvaguardare la salute ed il benessere delle nuove generazioni che frequentano le scuole di Terracina, perché la buona istruzione inizia anche da un edificio che sia adatto alla sua fruizione.
Chi è alla guida della città sembra assolutamente ignaro del fatto che chi paga regolarmente i tributi ha tutti i diritti che ai loro figli siano garantite aule degne di questo nome, soprattutto nel momento culmine della loro crescita intellettuale. Invece, nel loro immaginario, i bambini di oggi porteranno con se ricordi di scuole umide e gocciolanti dal soffitto, intonaci che si staccano e cemento ammalorato, scuole pericolose e aule e palestre inutilizzabili.
Un esempio su tutti: la scuola Giovanni Paolo II che ha solo 20 anni di vita ed infiltrazioni di una abitazione del ‘600. Corridoi con secchi al centro per raccogliere l’acqua e bambini costretti a ambiare classe perché la propria è stata chiusa vittima delle infiltrazioni.
E che dire della Montessori dove dopo anni non si riescono ad aggiustare dei bagni e i bambini sono costretti a fare le scale per andare al bagno e a trascorrere l’intera ricreazione in fila per la toilette???
L’imbarazzo che dovrebbe provare l’amministrazione sta nel fatto che le uniche scuole in cui è intervenuta per opere di manutenzione e adeguamento strutturale, hanno ricevuto fondi dai tanto vituperati Governo e Regione di centrosinistra.
Mi chiedo retoricamente in che cosa consista la funzione di questa amministrazione nella gestione degli edifici scolastici ed altrettanto retoricamente non posso che rispondermi: nulla!
Ma la cosa ancora peggiore è che la gestione ed il controllo dei fondi assegnati da Governo e Regione non è stata all’altezza:
I lavori della scuola Fiorini al centro di Terracina sono in clamoroso ritardo. I bambini temporaneamente ospitati a Villa Adrover attendono da 2 anni di poter rientrare nella loro scuola, nonostante i tanti fondi spesi. La speranza è che il ritardo nella consegna dei lavori si traduca nelle penali previste dal contratto in essere.
A Borgo Hermada la figura peggiore: la Regione Lazio a guida Zingaretti ha stanziato i fondi per la ristrutturazione dei plessi scolastici e l’assessore ai lavori pubblici ha individuato la scuola del Borgo come destinataria dei fondi. Al termine dei lavori, però, ci sono infiltrazioni di acqua nello stabile come se l’intervento non fosse stato fatto.
Anche qui aule chiuse,bagni rotti,…
Chi ha il compito di controllare? Se pensate che l’azione politica finisca con il ricevere i fondi dagli enti sovracomunali, ritengo sia ora che lasciate il campo ad altri.
Come direbbero Aldo, Giovanni e Giacomo: “il mio falegname sa fare di meglio”.
Oggi la situazione delle scuole da critica è diventata allarmante, soprattutto dopo le mareggiate e le intense piogge di questi giorni: se vi sono fondi per la somma urgenza è proprio per la manutenzione delle scuole che vanno spesi
Contemporaneamente va stilato un programma di interventi che interessi tutte le scuole di ogni ordine e grado. Smettere di “vivere alla giornata” o “tirare a campare” e comprendere che solo una attenta programmazione potrà permetterci di uscire dall’emergenza nella quale siamo caduti. È inconcepibile pensare che la politica del “rattoppo” sia miracolosa e tenga fino alle prossime elezioni, quando il problema sarà dei futuri eletti o delle amministrazioni precedenti fino a risalire a Romolo e Remo in mancanza di altri da poter colpevolizzare.
Non è la prima volta che intervengo su questa situazione e non sarà l’ultima: fino a quando i problemi non saranno risolti continuerò a denunciare lo stato delle cose. Fino a quando i nostri ragazzi non saranno oggetto delle necessarie attenzioni da parte di questa amministrazione continuerò a battermi. Non solo perché rappresento una buona parte dell’elettorato, ma perché questo è un tema strettamente legato al senso di responsabilità e di civiltà di ognuno di noi e che l’amministrazione dovrebbe sentire al di sopra di ogni altro.
Un’amministrazione che si muove invece solo per inaugurare strutture ed interventi dove non hanno meriti, un’amministrazione che sembra far diventare gli interessi dei singoli interessi della collettività, un’amministrazione preoccupata più del sembrare che dell’essere, non può che far innescare nei cittadini il senso di ripulsa nei confronti della politica che poi sfocia in populismi e disaffezione.
La buona politica, quella che mi ha convinto a farmi parte attiva, che mi spinge ancora oggi a denunciare i problemi per i miei concittadini, è la politica che guarda i problemi con gli occhi di chi tutti i giorni li vive sulla propria pelle: ragazzi, insegnanti, genitori. Solo così riesco a comprendere il senso di amarezza, ma anche di una rassegnata disperazione di fronte ai problemi che non trovano rimedio.
Ecco, forse, prima di tutto, il desiderio di una buona politica, purtroppo inesaudito, da parte di questa amministrazione è il desiderio di tutti i cittadini.
Valentina Berti
consigliera comunale del Pd