Parlare con il Presidente del Parlamento europeo a poche ore dall’accordo, o non accordo, sui migranti è un onore per la nostra città. Tajani infatti è stato ospite della prima serata del festival “Come il vento nel mare” appena iniziato al Miramare di Latina lido.
Ovviamente le domande dei giornalisti e di Pierluca Terzulli, vice direttore del tg3, che lo ha intervistato sul palco, non potevano non riguardare il vertice di questa notte. ”Non sono soddisfatto per l’Italia perchè non abbiamo raggiunto i risultati sperati. Ma sono soddisfatto invece come presidente del Parlamento perché ci sarà la riforma del regolamento di Dublino e del diritto d’asilo entro l’autunno. Ci sarà un piano Marshall per l’Africa. E 500 milioni per il corridoio libico, anche se servirebbero almeno sei miliardi”.
Racconta di una vigilia piena di tensioni. Sembrava davvero che tutto volgesse al peggio e che l’Europa esplodesse. Poi si è cominciato a vedere qualche spiraglio e che qualche passo avanti si poteva fare. Lui, dice, ha fatto inserire la riforma di Dublino e il diritto d’asilo. Se ne discuterà in autunno. Alla fine si è raggiunto un compromesso, ma i risultati non sono sodddisfacenti per noi, ammette. Si è dovuto cedere a Berlino sull’immigrazione di secondo livello, altrimenti ci sarebbe stata una grossa crisi politica in Germania e se non si fosse raggiunto un accordo sarebbe stata una sconfitta tremenda per tutti, dice Tajani.
Il documento sul ricollocamento dei migranti è stato approvato al ribasso. Si parla ovviamente, precisa, di rifugiati e non di migranti economici o clandestini. Per evitare fratture con i paesi Visegrad, i Paesi ribelli dell’est europa, si è deciso, racconta ancora il presidente, di attuare una fase di transizione, per permettere loro di adeguarsi lentamente.
Tra 30 anni l’Africa avrà il doppio della popolazione, con 2,5 miliardi di persone. Tra siccità e problemi economici, l’unica sopravvivenza per molti sarà l’emigrazione.
E l’Europa è pronta? Ecco Presidente, questa politica muscolare ci fa rispettare in Europa o ci isola? chiede l’intervistatore. In Europa, risponde Tajani, non servono né urla né prove muscolari, ma alleanze. Sapete perchè abbiamo perso l’Agenzia del farmaco? Perchè l’Italia aveva perso i suoi buoni rapporti con i partner e soprattutto con la Spagna.
L’intervistatore incalza: Come ci vedono all’estero? Si conta se si è credibili, dice Tajani, e se si è sempre presenti. L’Italia non ha una strategia. Negli ultimi anni è stata molto disattenta. Manca di una rete efficace. E di se stesso dice di essere stato sempre presente. E di essere una persona che chiacchiera poco e lavora molto.
Insomma a quanto pare qualcosa non funziona oltralpe. L’intervista continua. Si parla dell’Italia e del nuovo governo. Di politica, economia e futuro politico, suo e nostro. A Tajani e alla scrittrice Andrea Marcolongo, autrice di La misura eroica, viene quindi consegnato il premio ‘Enea – buone pratiche per l’Italia’. Lo consegna Vito Miceli, proprietario del Miramare e ideatore del festival e Sandro Panigutti, direttore di Latina Editoriale Oggi. Sul palco sale anche Federica Angeli, la cronista di Repubblica che vive sotto scorta. Torna al festival per presentare il suo libro “A mano disarmata”.
Nel suo libro la Angeli racconta della sua vita “cambiata” per aver fatto il suo dovere di cronista. Nel denunciare il suo territorio sotto scacco, Federica, si è trovata a dover tenere testa agli Spada, una famiglia malavitosa di Ostia. Ma è il 16 luglio 2013 che la sua vita vira completamente. Carmine Spada, per un regolamento di conti, quella sera spara proprio sotto casa sua. Alla gente che si affaccia il boss urla di rientrare in casa. La gente obbedisce: abbassa le tapparelle e rientra. Meno Federica, che non solo rimane sul balcone ma che, invece di rimettersi a dormire, va a denunciare quanto ha visto. Il marito tenta di fermarla e le dice di pensare ai loro tre figli. Ma lei lo convince dicendo che lo fa anche per loro. E va in questura. Ne esce con la scorta. La sua vita è cambiata per sempre. I figli sono in sala e il marito la guarda con ammirazione. E’ una donna determinata e con una grande volontà la Angeli. Anche Tajani, che ha ripetuto più volte di essere un giornalista, è rimasto ad ascoltare questa collega ferma e risoluta che non ha ceduto alla paura e al ricatto. Prima di andar via, esprimo alla collega la mia solidarietà e pur conoscendo la risposta le chiedo se si muove da sola o insieme alla famiglia. No, risponde, ormai viaggio da sola. Mi immedesimo per un attimo in una vita di questo tipo. No, non deve essere affatto facile non potersi affacciare sul balcone di casa. Non poter andare a prender i bambini a scuola o andare dal parrucchiere o anche a laccarsi le unghie di rosso. Una donna che nonostante tutto non ha ceduto e non ha rinunciato neanche alle cose più normali, come le sue unghie laccate, appunto. E’ un segno, forse il più emblematico, che apprezzo proprio per la sua normalità. Molte donne ne fanno a meno. Lei no. Anche se ormai deve viaggiare da sola.