L’idea di mettere intorno a un tavolo i rappresentanti della politica locale è venuta all’onorevole Stefano Zappalà. “L’ho fatto perché sono arrabbiato con tutti e vi voglio sferzare”, ha detto in una sala del Circolo Cittadino abbastanza vuota. Il che la dice lunga su affezione e disaffezione. “La politica è mediocre” aggiunge, per questo la gente si è allontanata. Appunto. E comincia a togliersi i sassolini dalle scarpe. Che diventano sassi quando definisce alcuni politici locali di destra presenti “una copia conforme”. Cita la Brambilla che non gli ha mai risposto quando lui era assessore al Turismo alla Regione Lazio, e lei Ministro del Turismo. Un ministero inutile dopo l’approvazione dell’articolo quinto. E poi va al cuore del problema: “Perché la Meloni si deve far eleggere a Latina? Si fa eleggere, poi si dimette e si fa sostituire. Lo ha già fatto con Maietta la volta scorsa”. E ai presenti: “Perché vi ho chiamato? Perché il 4 marzo si vota. Chi dobbiamo votare, Claudio?” Dice rivolto a Fazzone seduto vicino a lui. “Io dico che non dobbiamo votare i partiti ma le persone. E dà subito un assist all’uomo che siede alla sua destra, il consigliere regionale uscente, Pino Simeone, che “ si è speso per il Goretti, facendo assumere medici e infermieri. La prima firma è sua”.
Fazzone deve andare via e interviene per primo. “E’ vero la politica ormai è mediocre”. E aggiunge: “La legge elettorale non è positiva perché avrebbe dovuto garantire la territorialità. Ma non è così. La politica ha toccato il fondo. E questo fondo, ha prodotto i 5stelle”. Parte una stoccata al fisco: “Sul fisco siamo alla dittatura. Alcune persone devono evadere perché c’è un’oppressione fiscale e questo dovrebbe essere il dibattito politico”, chiosa lasciando quindi la sala. Già la politica….
Tocca a Moscardelli ribattere. In che modo si distingue lei da quello che ha appena detto Fazzone? E’ la domanda di Alessandro Panigutti, direttore di Latina Oggi, moderatore del dibattito.
“Con i risultati di oggi”, risponde un preciso Moscardelli. E li elenca. “La sanità regionale che è finalmente uscita dal commissariamento e che comincia a ripartire, ed è per questo che si sono potuti assumere i precari. Con un fisco amico. Noi abbiamo fatto alcune correzioni fiscali e recuperato 20 miliardi dall’evasione. E i nostri programmi prevedono: più lavoro; abbassare la tassazione della piccola impresa ; la famiglia e uno sviluppo economico dell’industria”.
La carrellata e gli interventi continuano. E’ il momento di Federico Fauttilli, candidato all’uninominale per il Pd alla Camera e se la dovrà vedere proprio con la Meloni. Rincara la dose anche lui sulla legge elettorale “I candidati sono nominati dai vertici e non c’è nessuna scelta. L’impegno? Tornare in parlamento e rifare una buona legge elettorale. Anche lui cita Maietta, subentrato alla Meloni che “se non si fa più vedere alla Camera da più di un anno, continua a godere dell’immunità parlamentare e percepisce gli emolumenti”. E quindi si dilunga sui problemi cronici dell’Italia, sicurezza e emigrazione, temi caldi a cui nessuno sa dare una risposta.
“Ma che è questo scaricabarile tra destra e sinistra?” Esordisce un conciliante Tiero, candidato sia alla Regione che in Parlamento (con Cuori Italiani vero? aveva detto un non aggiornato Zappalà alla presentazione), che non raccoglie le provocazioni dei due ex colleghi di Forza Italia e tira dritto per la sua strada: “Quando cominciamo a crescere? Chi perde non condivide nulla con chi vince, anzi si mette di traverso. Noi tutti dovremmo difendere i nostri prodotti e la nostra territorialità” e invece! E parte con un amarcord . Cita l’Europa che bandì la fiorentina ( un po’ difficile da ricordare tanto è la distanza da quel 31 marzo 2001, data in cui venne bandita la fiorentina con l’osso a causa della mucca pazza). Ricorda il progetto del Corridoio Tirrenico che avrebbe dovuto essere costruito in alternativa alla Pontina, ma di cui poi non si è saputo più nulla. E Gheddafi a Roma che si accampò all’aperto. “Dico subito però che io sull’aereoporto a Latina (ventilato da Fauttilli) non sono affatto d’accordo per problemi ambientali”
Si sta facendo davvero tardi. La sintesi non è tra le virtù dei politici. Fanno quasi a gara a chi parla più a lungo. Siamo all’ultimo intervento. E’ di Pino Simeone, che si dice d’accordo con i suoi colleghi sulla legge elettorale (ma chi l’ha fatta?) “ Con questo sistema sappiamo già chi vince e chi perde, dice il consigliere uscente, che è stato il più votato nell’ultima tornata elettorale. Ora abbiamo 600 candidati in lizza per 50 posti in Regione.
Sulla Sanità ha qualcosa da dire. Anzi, più di qualcosa. “Su 14 miliardi di spesa che la Regione spende, ne destina 11 alla Sanità. Moscardelli ha detto che siamo usciti dal commissariamento? Non è vero. Ne usciremo solo nel 2019. E i risultati di come si amministra è sotto gli occhi di tutti: il pronto soccorso dell’ospedale di Latina è un lazzaretto”.
Sulla Pontina lancia una pietra. La Roma Latina sta per essere minata. E sapete perchè? “Zingaretti l’ha barattata con Liberi e Uguali per poter fare l’apparentamento”. Si agita Fauttilli, l’unico rimasto a difesa dell’altra parte….”si si, continua Simeone, lo ha detto il deputato Cento. Ci sono le Agenzie di stampa in proposito”.
Si è fatto davvero tardi e si rinuncia al dibattito. Abbiamo sentito parlare di passato, presente e futuro. Di progetti e …di vorremmo fare. Tanti “vorremmo fare”. Peccato che ogni volta si sentono sempre le stesse cose. Già, ma se fosse tutto a posto e tutto risolto, cosa potrebbero e dovrebbero dire sennò ogni volta che devono intervenire? Forse a questo alludeva Zappalà quando ha detto che la politica è diventata mediocre.