La prima a scomparire è stata l’Us Latina. Poi è arrivato il turno della Racing Roma e infine ha chiuso il cerchio l’Unicusano Fondi. Una vera ecatombe, dalle cui ceneri è nata però la nuova realtà incaricata di restituire il calcio e l’entusiasmo allo stadio Francioni. Dopo le peripezie di Maietta e Aprile, dopo le tarantelle di Mancini e compari vari, Latina ha finalmente una società e potrà ripartire dall’ambito professionistico, la Lega Pro. La Figc ha dato infatti parere positivo, il titolo del Racing parcheggiato a Fondi potrà approdare nel capoluogo pontino acquisendo un logo incentrato sul Leone Alato e soprattutto dei colori nerazzurri da sovrapporre al gialloverde della precedente esperienza romana. Rappresenteranno Latina dei calciatori tutti da scoprire e un allenatore che al Francioni si è già affacciato nei mesi scorsi, il “Principe” Giuseppe Giannini. Andranno in ritiro il 20 luglio a Chianciano Terme: tra pochi giorni i supporters di piazzale Prampolini avranno nuovamente qualcuno da seguire e da “tifare”.
LA SOLUZIONE PEZONE E IL DUBBIO DEL SENSO DI APPARTENENZA
La cordata di imprenditori locali promossa dal sindaco Coletta non era nelle condizioni di intraprendere una nuova avventura. Lo stesso sindaco ha quindi intavolato una complessa trattativa con il presidente Antonio Pezone, deciso a prendersi il Francioni ma comunque intenzionato a mantenere parte delle attività del club, vivaio in primis, nei suoi maestosi impianti di Tor San Lorenzo. La perplessità principale della piazza riguarda proprio queste radici tutt’altro che pontine del nuovo club. Saprà il sodalizio di Ardea acquisire e garantire un senso di appartenenza, uno stretto legame e una solida continuità con la piazza pontina? Spetterà allo stesso Pezone rispondere a tali domande, fornendo chiarimenti sugli allenamenti della prima squadra e su tanti altri aspetti che tengono tuttora in apprensione i tifosi più affezionati e “datati”. Molti altri di loro, invece, hanno già sposato il progetto: il Latina esiste e riparte dalla Lega Pro, poco importa che siano stati i sacrifici di Ardea e Fondi a tenerlo in vita.