A quarantanni dalla sua tragica morte, Giuseppe Impastato sarà commemorato a Latina con l’intitolazione ufficiale del piazzale antistante le ex autolinee di via Pio VI. Il nome di Impastato è stato inserito nella toponomastica del capoluogo pontino con la delibera approvata all’unanimità nella seduta del Consiglio comunale del 25 settembre 2017. Per dieci anni a rendere omaggio a Peppino Impastato, nello stesso luogo in cui sarà affissa la targa, sono stati i comunisti di Latina con la deposizione di un mazzo di fiori e un cartello recante la scritta della sua lapide: “Giuseppe Impastato, rivoluzionario e militante comunista assassinato dalla mafia democristiana”.
Peppino Impastato nasce a Cinisi (Palermo) il 5 gennaio 1948 da una famiglia mafiosa da cui prende le distanze sin da giovanissimo, dedicandosi ad attività politico-culturali antimafia. Da Radio Aut, libera e autofinanziata, denuncia i crimini mafiosi. Nel programma Onda pazza a Mafiopoli sbeffeggia mafiosi e politici mentre si impegna sul fronte della Democrazia proletaria. Un personaggio popolare quanto scomodo. Candidato alle elezioni provinciali, sarà ucciso in piena campagna elettorale nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 nelle stesse ore in cui veniva assassinato dalle brigate rosse Aldo Moro. Col il suo cadavere viene inscenato un suicido: disteso sui binari della ferrovia con sotto una carica di tritolo. Stampa, forze dell’ordine e magistratura attribuiscono l’episodio a un atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso. Bisognerà attendere il 1984 quando l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo emette una sentenza in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti. Il mandante dell’omicidio Gaetano Badalamenti sarà condannato all’ergastolo l’11 aprile 2002. Vito Palazzolo, collaboratore di giustizia, sarà condannato a 30 anni con rito abbreviato.
Dopo la sua morte Peppino Impastato viene simbolicamente eletto consigliere della Democrazia Proletaria poiché i suoi concittadini, nonostante il terribile attentato, scrivono il suo nome sulla scheda elettorale. Come dice suo fratello Giovanni, Peppino voleva fare il giornalista, ma “i mafiosi hanno commesso un errore”, perché “mettendolo a tacere, hanno amplificato la sua voce”. “La mafia uccide, il silenzio pure”, una delle sue più celebri frasi.
Ma torniamo a Latina e all’intitolazione di largo Peppino Impastato. La cerimonia è prevista per domani, 9 maggio 2018, alle 11. Sarà presente il sindaco Damiano Coletta di Latina Bene Comune.
Ai più giovani ricordiamo che il luogo delle ex autolinee di Latina non è stato scelto a caso dai comunisti per la commemorazione del rivoluzionario che domani sarà istituzionalizzata. Era il 2007 quando l’amministrazione comunale – allora guidata da Vincenzo Zaccheo – portò all’attenzione del Consiglio una delibera di intitolazione dello stesso largo a Giorgio Almirante. Il compagno Sergio Sciaudone si presentò in aula con un manifesto per informare l’assise che Almirante era stato riconosciuto dal Tribunale di Reggio Emilia torturatore e massacratore di italiani. Il blitz di Sciaudone fece fallire l’operazione e produsse anche una soluzione alternativa: intitolare la piazza a Impastato. Furono raccolte firme e la petizione fu depositata in Comune. L’istanza fu così portata in commissione, ma al momento della votazione, propedeutica per la deliberazione del Consiglio, gli esponenti del Pds si allontanarono facendo cadere il numero legale. La petizione restò lettera morta. Da qui la decisione dei compagni di rendere omaggio, ogni anno, al militante comunista assassinato dalla mafia democristiana con un’iniziativa “fai da te”.
L’attuale amministrazione comunale ha preso lo spunto per intitolare il largo a Peppino Impastato non sulla base della petizione “comunista” quanto piuttosto per istituzionalizzare quella che sembrava, attraverso la targa dei compagni, un’intitolazione “provvisoria”.