Metti una notte con i senzatetto. L’esperienza umana di poche ore fa non è nuova al Partito comunista di Latina che l’ha sperimenta già in passato al fine di accendere un faro sulla drammatica situazione dei clochard che vivono nel capoluogo.
I dati raccolti, dal Partito Comunista e del Fronte della Gioventù Comunista, nell’ultimo monitoraggio effettuato durante questa settimana risultano allarmanti: “Ormai Latina è un dormitorio a cielo aperto”.
“Se fino a qualche tempo fa – si legge in una nota stampa della sezione Thomas Sankara – sulla strada si trovavano maggiormente persone che venivano dai paesi dell’Est, ora la nutrita schiera dei poveri che cercano di sopravvivere nel territorio comunale è estremamente variegata. Molti di questi sono malati, in alcuni casi il loro stato di salute è così precario che non riescono neanche ad andare alla mensa della Caritas e sopravvivono con la carità dei passanti. Per molti di questi poveri è facile prevedere che difficilmente supereranno l’inverno se non cambiano le cose”.
I compagni raccontano di indiano di 45 anni che dorme in terra in un prato vicino alla curia vescovile: “Ex bracciante agricolo, come le migliaia di indiani che rappresentano la forza lavoro principale dell’agricoltura pontina, non riesce più a camminare per una patologia collegata alla condizione di alcolista cronico. Visibilmente dimagrito e affamato ha divorato il cibo che gli attivisti del partito gli hanno offerto. Ancora più preoccupanti le condizioni di un giovane indiano che dorme qualche centinaio di metri più in là: cammina a stento figurarsi se può raggiungere la mensa della Caritas”.
“Davanti all’ex mercato annonario, ormai tristemente famoso dormitorio, ai rumeni si sono aggiunti giovani africani, del Congo e Costa D’Avorio – riferiscono dal Partito Comunista -. La situazione non cambia in quasi tutti i boschetti della città, nel parco Falcone e Borsellino, in prossimità delle chiese, alle autolinee. C’è chi dorme legato alla bicicletta che il giorno seguente dovrà portarlo nei campi fuori città a lavorare”.
“Il Comune – si legge nella nota del Partito comunista con tono critico – dovrebbe fare una attenta e ricorrente azione di monitoraggio ed una analisi sociale costante, rendendo pubblici report dettagliati, sulla situazione dei migranti nella nostra città, su quelli che sono in strada come su quelli ospitati nei vari centri. Avendo il dovere di rispondere all’interrogativo che si pone ogni cittadino: visto che i centri di accoglienza che li ospitano, incassano trenta euro al giorno per ogni migrante, come si è arrivati alla consolidata situazione che vede molti di loro chiedere elemosina dinanzi ai supermercati? E’ assodato che la conoscenza collettiva dei fenomeni, specie quello delle migrazioni, rende consapevole la popolazione, aumenta la comprensione, riduce le intolleranze, sottrae consensi a chi predica la paura del diverso, finisce per sconfessare chi parla di invasione incontrollata. I dati e le informazioni dovrebbero essere resi pubblici perché diventino oggetto di dibattito e riflessione: giusto il contrario di quello che hanno sempre fatto i servizi sociali del Comune di Latina. Era una pratica sconosciuta alle passate giunte di destra ed è una pratica sconosciuta anche alla giunta Coletta”.
“D’altro canto le politiche sociali sono rimaste in gestione allo stesso personale, con la stessa filosofia e con continuità di metodo. Si aggiunga i dubbi sul servizio di Pronto Intervento Sociale, che costa cifre esorbitanti e la cui efficienza ci sembra che sollevi qualche interrogativo. Esiste una valutazione obiettiva, realizzata da analisti esterni sulla efficacia di questo servizio? Non la solita relazione fatta dagli stessi che lo dirigono o dal servizio sociale del Comune. Perché al Comune di Latina sono abituati così: le valutazioni su costi/benefici le fanno gli stessi che gestiscono i progetti o, al massimo, chi li ha loro affidati. Non meraviglia che le poche relazioni che si riescono a conoscere dicano sempre che i servizi sono ottimi, anzi, che Latina è una eccellenza. Altro che trasparenza e obiettività. Con la giunta Coletta nulla è cambiato in questo senso”, attacca la sezione comunista locale Thomas Sankara.