“L’ennesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno -prosegue Anastasìa -, il primo in regione, è di un uomo, non italiano, in attesa di giudizio, accusato di reati sessuali, detenuto a Latina. In queste prime e scarne informazioni ci sono già importanti elementi per una riflessione: si trattava di una persona in attesa di giudizio, accusato di un reato fortemente stigmatizzante in carcere e fuori, straniero e quindi probabilmente con minore assistenza legale e sostegno familiare, detenuto in una delle carceri più sovraffollate della regione (155% di presenti sui posti effettivamente disponibili al 31 gennaio, a fronte del 140% regionale e del 127% nazionale)”.
L’ufficio del Garante precisa che dovrebbe trattarsi del primo caso di suicidio nel Lazio nel 2024, quindi il sedicesimo in Italia, in quanto il detenuto del carcere di Rieti, morto in ospedale a Viterbo dopo un lungo sciopero della fame, durante la degenza aveva ripreso ad alimentarsi e non aveva mai manifestato alcun intento suicidario.