“Io le scuole non le chiudo, se tu non vuoi firmare i contratti non ti posso obbligare ma io le scuole non le chiudo”. E’ il coraggio di Luigi De Magistris. Il sindaco di Napoli, che nella sua visita a Latina, ospite del primo cittadino Damiano Coletta neanche un mese fa, ha raccontato la sua esperienza di fronte alle restrizioni imposte dalla legge per i comuni in dissesto finanziario, sfidando anche un procedimento giudiziario a suo carico (in basso il video). Latina non è Napoli, Latina non è Comune in default, ma a Latina come in altri centri della provincia pontina le scuole chiudono… per il freddo. Sì, neanche fossimo, nell’Aquilano, ad Aosta o Bolzano. Eppure le caldaie scoppiano, i tubi si rompono non per il gelo ma per una mancata manutenzione. E allora qualche sindaco è costretto a chiudere, come ha fatto più volte Coletta, altri chiedono pazienza e lasciano che bambini e ragazzi stiano in classe con tanto di cappotto, sciarpa e guanti. In entrambi i casi si polemizza. Sbaglia Coletta a chiudere, sbagliano i suoi colleghi a non prendere la stessa drastica decisione, mentre a Terracina si scrive quasi a Babbo Natale per sperare nel miracolo. Così non va. Le scuole non si chiudono, come dice De Magistris, e neanche si può mettere a rischio la salute degli studenti, dei docenti del personale tutto che lavora negli istituti scolastici. E’ tempo che la politica di questo territorio dia risposte concrete, senza se e senza ma.
Ieri a Latina cinque ore di dibattito consiliare non sono bastate a risolvere il caso delle congregazioni religiose. Altro tema, sempre legato alle scuole. In aula è arrivata una mozione vecchia ormai di un mese. Tanto ci è voluta per calendarizzarla, mentre sbocciavano dall’amministrazione comunale atti che rimettevano alle congregazioni tre possibilità, dopo aver comunicato la disdetta delle convenzioni in essere: la trasformazione delle scuole paritarie comunali in scuole paritarie religiose, percorso in cui l’amministrazione interverrebbe con la concessione in comodato gratuito delle strutture oltre che con un contributo economico da determinarsi di concerto con le congregazioni stesse; la partecipazione delle congregazioni religiose a quello che sarebbe un bando di gara ad evidenza pubblica aperto anche alla partecipazione delle congregazioni per l’assegnazione del servizio; la gara per l’affidamento della gestione delle scuole con la previsione della clausola sociale per l’impiego del personale religioso attualmente presente nelle strutture, assunto direttamente dal soggetto gestore. Le suore di San Marco hanno detto “no grazie, ce ne andiamo”. Quella mozione (presentata dai consiglieri di opposizione Massimiliano Carnevale e Giovanna Miele) con la quale si voleva chiedere al sindaco e alla giunta provvedimenti idonei a sostenere il proseguimento di un’offerta formativa a garanzia dell’uguaglianza delle opportunità educative si è rivelata purtroppo come la porta della stalla chiusa dopo che i buoi sono scappati. Ecco allora che l’opposizione ha proposto un emendamento di rafforzo per una deroga alle congregazioni in attesa dell’approvazione di un nuovo regolamento conforme alle attuali normative. Respinto. La maggioranza di Latina Bene Comune ha approvato da sola la mozione, neanche nella forma originaria che pure risultava insufficiente a rimediare allo strappo, ulteriormente dimensionata difronte ai genitori dei bambini della San Marco assiepati in aula per protesta. Il sindaco ha precisato che le tre alternative, ritenute irricevibili dall’ordine religioso, erano state concordate con il Vescovo e che non si poteva chiedere all’amministrazione di andare in deroga alla normativa vigente. Peccato che ad essere ancora vigente sia anche il vecchio regolamento a cui non si è messo mano. Peccato che le deroghe a Latina funzionino a fase alterne. Il sindaco ha citato ad esempio della buona amministrazione l’obiettivo faticoso raggiunto per l’affidamento del nuovo servizio di trasporto pubblico locale dopo 14 proroghe, dimenticando tuttavia che almeno un paio sono state concesse da questa amministrazione. Dimenticando l’apertura prossima del teatro con una richiesta di agibilità temporanea se sarà necessaria, dimenticando l’uso del palazzetto dello sport a forza di ordinanze in vista dell’adeguamento definitivo, dimenticando tutta una serie di eccezioni in vista di… Alle suore nessuna proroga.