Nuovo rivolto negli accertamenti portati avanti dal Nucleo investigativo della forestale di Latina sullo stabile dell’ex Seranfelx, trasformato da opificio a superficie commerciale. La Procura della Repubblica, sulla base dei riscontri dei forestali, ha ipotizzato il reato di lottizzazione abusiva nella realizzazione dei lavori che avrebbero portato di qui a poco all’apertura dello store a marchio Globo. Nella tarda mattinata di oggi è scattato il sequestro disposto dal Gip Mara Mattioli su richiesta del sostituto Giuseppe Miliano che ha iscritto nel registro degli indagati sette persone: l’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Latina e l’ex tecnico convenzionato con il Comune che seguì la pratica di condono, l’amministratore della società ex titolare dell’immobile, l’amministratore della società attualmente proprietaria e altri tre tecnici entrati in scena per i lavori successi alla demolizione del vecchio stabile. Il sequestro è stato eseguito dagli agenti del Nipaf.
Il caso dell’ex Seranflex si inserisce nell’urbanistica malata del capoluogo pontino. Lo stabile, sito lungo la Pontina all’altezza del chilometro 69, 600 in località Borgo Piave. Lì una volta c’era un opificio per la produzione di serramenti avviata negli anni Sessanta. Poi nel tempo, accanto ai locali destinati all’attività artigianale venne aperto un piccolo punto vendita, con un cambio di destinazione non autorizzato. Passano gli anni e l’azienda chiude. Lo stabile viene venduto e la società che lo acquista chiede il condono edilizio dichiarando che tutta la superficie era stata utilizzata per attività commerciale. Siamo ormai nel nuovo millennio e ciò che in passato scorreva liscio ora incontra ostacoli. L’ex procuratore capo Giuseppe Mancini Mancini dispone una perizia che accerta che quel sito in realtà era tutt’altro che commerciale: al suo interno vi erano ancora i macchinari. Viene rinviato a giudizio, per il reato di abuso d’ufficio, il tecnico convenzionato con il Comune di Latina per la definizione delle pratiche di condono. Ma la vicenda giudiziaria si conclude nel 2011 con la prescrizione. E’ a questo punto che i proprietari chiedono e ottengono dal Comune un permesso a demolire e ricostruire sulla base di un progetto che prende sostanzialmente per buona la prevalente destinazione commerciale dell’immobile. Direttore dei lavori sarà lo stesso tecnico che aveva istruito la pratica di condono ritenuta viziata da falso.
Ma la storia non è ancora finita perché chi ha fatto l’investimento vuole realizzare. E allora avanti tutta con i lavori. Nel 2013 la società titolare dell’ex Seranflex chiede una variante in corso d’opera. Seguiranno due Scia, una del 2014 e una del 2015 e il passaggio di proprietà alla Cosmo, la società abruzzese titolare del marchio Globo. Lo scorso mese, quasi in concomitanza con l’indizione di una conferenza di servizi per il via libera all’apertura dello store Globo, il Nipaf va in Comune ed acquisisce le ultime autorizzazioni. Si pensava che potesse tornare a galla il nodo del cambio di destinazione d’uso illegittimo. Ma dall’esame delle carte sarebbe spuntato altro: un parcheggio di 17mila metri quadrati in zona agricola. Per l’area circostante lo stabile, sanato col trucco e graziato dalla prescrizione, nessuno sembrerebbe aver chiesto né concesso una variante urbanistica. Da qui l’ipotesi del Pm Miliano del reato di lottizzazione abusiva.