Si è concluso con una serie di prescrizioni e assoluzioni il processo “Olimpia”, che vedeva coinvolti diversi nomi di spicco della politica e dell’imprenditoria locale. Tra i principali imputati figuravano l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta, l’ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, l’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo e altri esponenti delle istituzioni e dell’imprenditoria del capoluogo pontino. L’accusa principale riguardava un sistema di favori e appalti pilotati, legati anche al Latina Calcio.
Il secondo collegio penale, presieduto dal giudice Coculo, dopo una breve camera di consiglio, ha dichiarato il non luogo a procedere per molti dei reati contestati, tra cui l’associazione a delinquere, abuso d’ufficio, falso e concussione. Tali reati, riferiti a episodi risalenti al periodo tra il 2012 e il 2014, sono stati dichiarati prescritti. Inoltre, diversi imputati sono stati assolti dalle accuse di abuso d’ufficio, che recentemente non è più considerato reato secondo il nuovo ordinamento processuale.
L’inchiesta, avviata nell’autunno del 2016 da Giuseppe Miliano, aveva scoperchiato una complessa rete di presunti favori illeciti tra l’amministrazione comunale e il Latina Calcio. Il focus dell’indagine riguardava tre filoni principali: i favori alla squadra di calcio cittadina, la gestione irregolare di sei piani particolareggiati approvati senza passare in Consiglio comunale, e l’assegnazione di appalti senza gare a ditte considerate vicine all’amministrazione.
Tra gli imputati figuravano anche ex funzionari comunali come Ventura Monti, e imprenditori come Paola Cavicchi, ex presidente del Latina Calcio, e Massimo Riccardo, noto costruttore locale. Nonostante la prescrizione di molti reati, il processo andrà avanti per alcune accuse specifiche: Pasquale Maietta dovrà rispondere di estorsione ai danni dell’allora funzionario comunale Nicola Deodato, esercitando pressioni per ottenere agevolazioni per i lavori allo stadio “Francioni”.
Anche la posizione di Massimo Riccardo rimane aperta, con il costruttore che ha rinunciato alla prescrizione e dovrà rispondere delle accuse di associazione per delinquere e falso ideologico riguardanti la costruzione di un complesso edilizio in via Quarto.