Riceviamo e pubblichiamo una nota di Sergio Sciaudone, di Rifondazione Comunista. Si tratta di una riflessione sulle vittime del fuoco di questa strana stagione delle fiamme pontine. Un morto nella baraccopoli in fiamme di via degli Elleni, uno scheletro bruciato a Sermoneta e ieri di nuovo un incendio in via delle Acque Media che ha messo in fuga gli abitanti della povertà. Ecco la povertà, quella che brucia, come scrive Sciaudone, quella privata degli della Provincia, denunciando l’”inadeguatezza del servizio di pronto intervento sociale”.
La povertà brucia. Dopo il povero morto bruciato nella baracca questa estate ed i resti carbonizzati ritrovati vicino Sermoneta, con molta probabilità di un senzatetto, è ancora un incendio a colpire la comunità, sempre più vasta, dei poveri. Il dato è che queste persone sono sempre più sole, abbandonate dalle istituzioni e allontanate dalla società. Nel caso di Sermoneta appare evidente che nessuno sapesse neanche dell’esistenza della povera vittima, una volta c’erano gli Angeli della Provincia che monitoravano il territorio ed intervenivano. Con la chiusura del servizio si è aperta una vistosa falla nell’assistenza ai poveri sull’intera provincia. Diverso è il discorso sul territorio cittadino dove il “libro” non è cambiato: quando va bene i poveri sono abbandonati a loro stessi, il problema è quando le istituzioni si accorgono della loro esistenza, il caso della baraccopoli di via degli Elleni è eclatante. Sfrattati nuovamente gli abitanti, anzi, come riportava una testata locale, invitati ad andarsene dalla polizia municipale lasciavano le baracche spontaneamente (!?); cacciati con ultimatum di 48 ore come riportato dagli occupanti dell’area. E adesso sono tutti contenti: i cittadini che non vedono quell’indecenza quando si affacciano alla finestra, come se l’indecenza non fosse in realtà una società che costringe le persone a vivere in condizioni simili, e chi li doveva assistere perché si è tolto il problema. Avranno sicuramente trovato una nuova sistemazione i bulgari che vivevano nel boschetto, tra poco verranno cacciati anche da quella e poi dalla successiva finché non ritorneranno al punto di partenza. Bisogna essere ciechi per non capire che la povertà non si combatte cacciando i poveri. Sono stati sbaraccati anche i rumeni che dormivano dietro la chiesa in costruzione: intralciavano i lavori. Insomma se hai la disgrazia di essere povero devi sperare di non avere la disgrazia di stare a Latina. Ci sembra evidente che il servizio del Pronto Intervento Sociale sia inadeguato, chiediamo da anni un organismo indipendente che valuti il lavoro svolto ed una maggiore apertura alle associazioni “non allineate” ma sia con le precedenti amministrazioni che con la nuova non è cambiato nulla: il potere di qualsiasi parte sia non si mette mai in discussione.