Si svolge venerdì 30 settembre, a partire dalle 20,00, l’appuntamento con la festa di chiusura annuale degli scavi di Satricum a Borgo Le Ferrire presso l’Acropoli nell’area del tempio di Mater Matuta, che per l’occasione ospita lo spettacolo teatrale con intermezzi musicali “Coriolano secondo Coriolano”.
La festa
Lo spettacolo realizzato dalla Compagnia Almanacco e dal ensemble Allegro con Brio è patrocinato dall’università di Amsterdam in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Comune di Latina e l’associazione Acropoli Satricana. “La serata si aggancia alle commemorazioni dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, mettere in scena il suo Coriolano proprio a Satricum è sembrato il modo migliore per celebrare questo importante anniversario – spiegano i promotori dell’evento – Ambientare la tragedia Shakespeariana sull’acropoli, tra le rovine del tempio di Mater Matuta dove storia, mito e archeologia si incontrano, rende l’evento ancora più suggestivo e spettacolare. Oltre alla pièce teatrale realizzata da giovani attori del luogo, la serata sarà anche arricchita dalle note di numerosi brani classici eseguiti anche in questo caso dai succitati musicisti pontini”. La serata, con ingresso ad offerta libera per sostenere le località colpite dal terremoto, si chiude con un buffet e la degustazione di vini offerto da Casale del Giglio, che dal 1977 sostiene e sponsorizza gli scavi archeologici dell’antica Satricum nei suoi terreni.
Gli scavi
Nel 39° anno di scavi dell’equipe archeologica coordinata dalla dottoressa Marjike Gnade sono venute alla luce nuove ed importanti scoperte ben documentate in questi mesi estivi. Come di consueto gli ultimi giorni degli scavi sono occasione di festa per tutta la comunità archeologica e la popolazione, il rinnovato sostegno del Comune di Latina che ha presenziato più volte agli scavi con l’interessamento del nuovo Sindaco, degli assessori alla Cultura e al Turismo nonché dell’intera Commissione Cultura, presieduta da Fabio D’Achille, che insieme hanno posto una lente d’ingrandimento sull’area archeologica e sul riconoscimento del Museo nella rete “Latina Cultura”.